Dekra a braccetto dell’Ue per la sicurezza

Lino Ceccarelli

Non capita tutti i giorni di assistere, in diretta e di persona, a una serie di incidenti d’auto in velocità, tanto spettacolari quanto drammatici nella dinamica, senza però l’angoscia di dover prestare soccorso ai malcapitati, perché gli episodi di cui siamo stati testimoni erano simulati e alla guida dei veicoli c’erano solo manichini.
L’insolito scenario, articolato in tre crash test, è stato rappresentato nella vallata alpina di Wildhaus, 100 chilometri da Zurigo, da Dekra, che ha organizzato un evento sugli aspetti più diversi della sinistrosità stradale, in collaborazione con Winterthur Assicurazioni Svizzera. Dekra, presente in 27 Paesi, Italia inclusa, con 15mila dipendenti e un fatturato di 1,2 miliardi, è attiva, tra l’altro, nell’automotive relativamente a omologazioni, revisioni, perizie, certificazioni Iso 9000 e controllo qualità, settori nei quali è leader in Europa. Tema dell’edizione 2006 è stato l’interrogativo: «Più elettronica in auto, più sicurezza sulle strade?». Il dibattito, sviluppatosi attraverso le relazioni di Jorg Ahlgrimm (Dekra) e Anton Brunner (Winterthur) e la fedele ripetizione dei crash test (ospitati, di solito, nel centro prove di Dekra a Klettwitz), è servito per ricordare che in Europa 43mila persone sono decedute nel 2004 a causa di incidenti nella circolazione, contro le 71mila di quindici anni fa. Il bilancio è più grave se si aggiungono 1,9 milioni di feriti e oltre 100mila portatori di handicap a vita. Per arginare con maggiore decisione l’andamento del fenomeno, che comporta pure un costo socio-economico di 600 miliardi l’anno, la Ue ha varato un programma sulla sicurezza stradale, tra le cui priorità è inserita la raccomandazione ai costruttori di progettare veicoli con equipaggiamenti di protezione già disponibili all’origine. Dekra è uno dei firmatari dell’ambizioso progetto Ue, volto a salvare la vita di almeno 25mila persone entro il 2010. L’industria sta facendo da anni il proprio dovere, presentando veicoli con sistemi sempre più d'avanguardia. Dopo l’airbag, che risale ormai a mezzo secolo fa, sono stati via via introdotti numerosi sistemi di assistenza alla guida, quali Abs (1978), Asr (1986), Esp (1995), Bas e Acc (2000), Pba (2005) e Pcw (2006). Un pacchetto di funzioni gestite mediante l’elettronica che, se ancora più diffuso su vasta scala, potrebbe limitare ulteriormente il numero degli incidenti e delle vittime. Oggi, in Europa, con le auto tutte dotate di Bas (frenata servoassistita), nel 70% dei tamponamenti gli effetti negativi potrebbero essere addirittura trascurabili: infatti, una manovra d’emergenza a 60 orari, anticipata solo di mezzo secondo, riduce di 8 metri lo spazio d'arresto. Un discorso a parte riguarda il settore dei furgoni e dei camion, che nella misura del 6% appena risulta essere dotato di un qualche dispositivo elettronico di prevenzione.

Solo con il regolatore automatico della distanza (Acc) e con il sistema di frenata d’emergenza (Pba), come dimostrato da Dekra, un mezzo pesante limiterebbe fortemente la probabilità di un urto grave contro una fila di auto ferma sulla strada.

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