Delusione Milano, caccia ai «colpevoli» La Moratti e l’Udc finiscono nel mirino

VERDETTO L’andamento dei collegi cittadini preoccupa: Penati ha «battuto» Podestà per uno scarto di 1.700 voti

Delusione Milano, caccia ai «colpevoli» La Moratti e l’Udc finiscono nel mirino

Processo al sindaco Moratti e all’Udc. Il giorno dopo la riconquista della Provincia da parte del centrodestra, si apre la caccia ai colpevoli di un risultato che in città è stato sotto le aspettative: il candidato del Pd Filippo Penati ha «battuto» per uno scarto di 1.700 voti il neo presidente Guido Podestà. La Lega si scaglia contro la giunta Moratti («il Comune è a rischio in vista delle elezioni del 2011»), ma si scontra con il Pdl. Il Pd si consola della sconfitta in provincia («Milano ha bocciato il sindaco»). Sia Carroccio che Pdl si ritrovano d’accordo nel pretendere una resa dei conti con l’Udc che non si è schierato con Podestà, e sono pronti a chiedere il rimpasto.
Il capogruppo Matteo Salvini premette che la Lega «non è a caccia di poltrone». Ma si domanda «che santi hanno in paradiso l’assessore ai Trasporti Edoardo Croci e ai Servizi sociali Mariolina Moioli, visto che non sento altro che proteste su scuole, traffico e Ecopass». L’amministrazione «è lontana dalla città, anche l’astensionismo è significativo». La posizione dell’Udc poi «è stata schizofrenica, fossi nel sindaco ringrazierei e saluterei. Poi, se li vuole tenere in maggioranza e non si preoccupa, sarà lei a dover chiedere i voti in campagna elettorale, e ho sentito in questi mesi tanti elettori che a queste condizioni non la rivoterebbero». Contro la versione del Carroccio si schiera il Pdl. Intanto, il sindaco chiamato in causa fa presente che «l’analisi del voto soprattutto sulle città va fatta soprattutto sul primo turno. Sempre nei ballottaggi i candidati del centrodestra sono sfavoriti, basta vedere ad Ombretta Colli nel 2004. Il problema purtroppo è di astensione dal voto, va rivista l’opportunità del ballottaggio quando ci sono condizioni di distacco forti». Anche il vicesindaco Riccardo De Corato difende il sindaco: «Contro lei e la giunta, di cui il Carroccio fa parte, solo attacchi infondati e pretestuosi. Nel 2004 ci fu lo stesso scenario con la Colli al 45,9% e Penati al 54. Ma se è comprensibile che il centrosinistra, colpito dalla sconfitta, cerchi un appiglio per consolarsi, non si capisce l’attacco della Lega che spara a zero». Nessuna bocciatura della Moratti anche per il vicecapogruppo del Pdl Carlo Fidanza, «per la serenità degli amici della Lega, non c’è da giocare su questo dato per richiedere spazi e ruoli, ma da condividere le responsabilità del governo cittadino». Il capogruppo del Pdl Giulio Gallera aggiunge: «Non è un dato contro la giunta o il sindaco. Abbiamo già compiuto provvedimenti importanti come il regolamento della pubblicità, è quasi pronto il piano di governo della città. Poi non ci culliamo sugli allori ma impegniamoci da subito ad essere più efficaci e rapidi nel dare risposte sulla quotidianità». È urgente invece «aprire un confronto con l’Udc, non abbiamo condiviso l’atteggiamento in campagna elettorale, ora o prende impegni chiari e precisi di condivisione a livello locale o si fa un ragionamento diverso, che potrebbe portare a una ridefinizione della giunta». Per il capogruppo dell’Udc in consiglio Pasquale Salvatore, l’assessorato di Gianni Verga non può traballare, «abbiamo stretto un’alleanza con il sindaco nel 2006 e la lealtà dell’Udc non è mai mancata, sia nel lavoro in giunta sia nelle votazioni aula, quindi respingiamo al mittente la resa dei conti in termini politici, non abbiamo niente da rimproverarci».
Chiede con forza una verifica il consigliere del gruppo misto Franco De Angelis, sia con l’Udc «ma anche la Lega esca allo scoperto e dica con chiarezza se vuole due posti in giunta. Se la coalizione non agisce all’unisono i risultati si vedono. Serve una riflessione perché i milanesi hanno dimostrato un calo di soddisfazione».

Il capogruppo del Pd Pierfrancesco Majorino conferma «il calo di popolarità della Moratti, abbiamo fatto bene a essere duri su questioni come Expo, Zincar in fallimento, commissione antimafia. Dovremo insistere sul terreno dell’intransigenza e iniziare a costruire la sfida per il 2011 senza scegliere il candidato all’ultimo minuto e costruendo un progetto chiaro per la città».

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