La democrazia cantata dall’elettore Venditti

La democrazia cantata dall’elettore Venditti

Sul Corriere di lunedì 17 ottobre il signor Venditti dichiarava che alla prova elettorale del giorno prima si era sentito finalmente felice per non essersi trovato accanto, a votare, qualche elettore di Forza Italia.
Non conosco il signor Venditti se non di nome, perché purtroppo, fermo per anagrafe e gusti a Mozart e a Verdi, ho la colpa di non avere mai fatto parte delle folle osannanti alla sua mirabile voce e gli alti contenuti poetici dei suoi testi, e di non aver perciò potuto contribuire ad alimentarne doverosamente la saccoccia.
Mi rendo conto comunque che deve trattarsi, oltre che di un gran canterino, di un superbo democratico (di sinistra, naturalmente) del quale vanno raccolte sulla stampa anche le più modeste esternazioni.


Se a me fosse parimenti consentito di far conoscere la mia opinione, vorrei rassicurarlo che alle prossime Politiche come elettore di Forza Italia farò di tutto per evitare una sgradevole vicinanza (eventualità fortemente remota) tanto a lui che agli altri della confraternita canterina che io ad ogni modo rispetto e ammiro tanto che non saprei, come si dice dalle mie parti, «quale mettermi a man ritta».

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