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Demuro superstar: Night of Magic trionfa al derby rosa

L’edizione numero 100 delle Oaks d’Italia – il derby delle femmine del galoppo - non passerà certo alla storia per una delle più qualitative, dal momento che ad imporsi è stata tale Night of Magic, una sauretta tedesca semisconosciuta ed invero bruttina che nelle precedenti 5 corse effettuate nella propria carriera non era mai riuscita a passare per prima il traguardo (e nella storia centenaria della classica milanese non c'era mai stata una vincitrice «maiden», leggi «vergine»). Ma sicuramente nella memoria degli appassionati rimarrà impressa in maniera indelebile la fantastica prestazione di Mirco Demuro che in sella alla tedeschina ha compiuto un autentico capolavoro. Raggiunta la piena maturità a 30 anni (compiuti da poco) il leader dei fantini di casa nostra sempre più spesso fa la differenza. L’altra settimana alle Capannelle in sella a Selmis si era fatto beffa del francese Trincot, anticipandolo per andare a conquistare il «Presidente della Repubblica; domenica a San Siro ha concesso un bis immediato nelle Oaks impegnando allo spasimo Night of Magic per convincerla a folgorare proprio a fil di traguardo per un muso la britannica Wadaat (altra carneade). Terza ad un paio di lunghezze e prima delle italiane l’onesta Quiza Quiza Quiza che perdeva la propria imbattibilità ma si prendeva la soddisfazione di precedere per una manciata di centimetri Galana, la favoritissima tedesca incappata in una giornata di sfortuna nera che poi è sfociata addirittura nel dramma: oltre a subire la prestazione inguardabile del suo fantino Johan Victoire si è pure infortunata irreparabilmente ad una grassella e ha dovuto essere abbattuta. Il pomeriggio maledetto della povera Galena è presto raccontato: dopo aver fatto bella mostra di sé al tondino di presentazione, dove sfoggiava un modello imponente e una condizione fisica invidiabile, già all’apertura delle gabbie di partenza per lei iniziava il calvario. Complice un pessimo numero di partenza, Galana rimaneva subito nelle posizioni di coda e in retta d’arrivo, quando si scaldavano le polveri, trovava di fronte a sé un vero e proprio muro. Lo sciagurato Johan Victoire prima spostava al largo di tutte, poi ci ripensava e tornava all’interno facendo una sorta di slalom. Finalmente ai 200 conclusivi riusciva a liberarsi e Galana con la sua grande azione guadagnava lunghezze su lunghezze finendo a bomba quando ormai era troppo tardi. Montata da un cristiano probabilmente non avrebbe mai perso e forse, visto l'orgasmo di recuperare da posizione impossibile, non si sarebbe neanche fratturata l'articolazione femorotibio rotulea.

Ma il destino avverso era in agguato e questa splendida Galana in cerca di gloria ha invece trovato la morte.

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