Alessandro Parini
da Torino
Il 5 maggio scorso, l'allora Ad della Juventus Antonio Giraudo aveva convocato la stampa al Delle Alpi per difendere se stesso, Moggi e la Juve dalla pubblicazione delle prime intercettazioni telefoniche. Si era difeso attaccando, facendosi scudo del fatto che penalmente la società non aveva nulla da temere: «A livello giudiziario - aveva detto - un magistrato rigoroso come il procuratore generale Marcello Maddalena ha disposto l'archiviazione dell'inchiesta il 29 settembre 2005 scrivendo di suo pugno che l'analisi è indicativa dell'assenza di irregolarità. Sarebbe un'indagine indubbiamente destinata a durare diversi anni, ma non è rimasto neppure uno straccio di notizia che consenta di avviare un'inchiesta. Questa è l'unica cosa che conta: siamo serenissimi». Poco meno di un mese dopo ecco che i guai per Giraudo e Moggi potrebbero non essere finiti: lo stesso Maddalena ha infatti confermato ieri che i suoi uffici hanno chiesto di riaprire l'inchiesta sulle designazioni arbitrali. Secondo quanto si è appreso, la procura torinese ha formalizzato la volontà di riprendere le indagini dopo aver ricevuto gli atti dell'inchiesta di Napoli: i documenti conterrebbero infatti elementi utili a rivedere l'archiviazione decisa a suo tempo perché - nonostante lo «scenario inquietante» definito così dallo stesso Maddalena - le prove non consentivano di ritenere che vi fossero state frodi sportive.
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