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Zerocalcare e gli intel-censori che volevano cancellare "Passaggio al bosco" e l'hanno resa famosa

Il fumettista ha fatto una scelta alla Nanni Moretti, dichiarando però di non aver partecipato perché "andare là dentro a normalizzare quella presenza non mi andava"

Zerocalcare e gli intel-censori che volevano cancellare "Passaggio al bosco" e l'hanno resa famosa
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"Ci son cascato di nuovo...", cantava qualche anno fa Achille Lauro e a esserci cascati di nuovo, stavolta, sono gli intellettuali della sinistra che non sono stati capaci di reprimere l'istinto censorio, emerso con impeto quando hanno scoperto che alla fiera letteraria "Più libri più liberi" partecipa la casa editrice "Passaggio al bosco", considerata troppo di destra. O forse no, non è questo il motivo come si vedrà più avanti. Fatto sta che gli intel-censori hanno sollevato un polverone, alcuni espositori hanno coperto i banchi dei propri stand dichiarandosi antifascisti e hanno perfino cantato Bella ciao, forse convinti di infastidire qualcuno. E mentre lo facevano, i visitatori di "Più libri più liberi" si trovavano placidamente davanti ai banchi di "Passaggio al bosco" per sfogliare le proposte letterarie e far lievitare gli incassi della piccola casa editrice identitaria. Il che dimostra che il Paese è ben più reale del re.

A guidare le fila di chi ha protestato c'è Zerocalcare, fumettista politicamente impegnato dalla parte dei centri sociali, che per un periodo è stato anche una sorta di faro ideologico per la sinistra radicale. Ora questa infatuazione è un po' scemata ma in occasioni come queste lui continua a portare la bandiera, aprendo le fila di una lunga serie di personaggi noti della cultura che hanno voluto orgogliosamente segnare la propria distanza da "Passaggio al bosco", come Antonio Scurati, la cui aura mediatica dopo le polemiche per la presunta (e mai provata) censura in Rai del 25 aprile 2024 è ormai spenta, il professore Antonio Barbero, Cristian Raimo, opinionista di La7 ma anche professore ed ex politico locale a Roma. E ancora, Domenico Starnone, Anna Foa e, immancabile quando ci sono queste polemiche, Ilaria Salis, europarlamentare di Avs, che però stavolta è in buona compagnia tra i politici perché anche Emanuele Fiano, che pure è stato a sua volta vittima di censura, ci è cascato. Stesso discorso per Donatella Di Cesare, che un giorno chiede che "per coerenza" (e non per censura) a "Passaggio a bosco" venga tolto lo stand e qualche giro di lancette dopo si lamenta che è stato tolto il teatro a una manifestazione alla quale avrebbe dovuto partecipare.

Tornando a Zerocalcare, ai microfoni di In Onda ha spiegato di non aver voluto partecipare non perché "Passaggio al Bosco" è "un editore nostalgico", come era stato detto a più riprese in questi giorni. Ma perché, dice, è "espressione di Casaggì, che è interna al partito di governo" e "fa un lavoro di formazione per tutto quel mondo che va da Fratelli d'Italia a gruppi molto più di destra". Quindi, ha aggiunto, "andare là dentro a normalizzare quella presenza non mi andava". Forse Zerocalcare considera la sua presenza più importante di quello che realmente sarebbe stata, o forse in questi giorni si è calato nei panni di Nanni Moretti in "Palombella Rossa" con il suo iconico "Che dici, vengo? Mi si nota di più se vengo e me ne sto in disparte o se non vengo per niente?". E alla fine lui ha scelto la seconda opzione.

Se fosse andato avrebbe potuto incontrare Mattia Tombolini della casa editrice Momo, che pubblica i suoi libri, che però è anche assistente esterno di Ilaria Salis all'Europarlamento (anche qui politica ed editoria vanno a braccetto, ma sono dalla parte che piace, quindi tutto bene), e ha guidato la protesta degli editori.

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