Deve essere risarcita: condannata a pagare

I due treni non hanno neanche avuto il tempo di frenare: all’improvviso, ieri mattina, il quotidiano viaggio di centinaia di pendolari verso i luoghi di lavoro si è trasformato in un inferno. I due treni che li trasportavano si sono scontrati intorno alle 8 e 30 in località Buizingen, nel comune di Hal, pochi chilometri a sud-ovest di Bruxelles.
Lo scontro è avvenuto appena fuori dalla stazione ma i soccorsi sono stati rallentati dalla nevicata in corso al momento dell’incidente, che già dal giorno precedente causava rallentamenti al traffico ferroviario.
I primi a essere arrivati sul posto si sono trovati di fronte a scene raccapriccianti. Nei vagoni accartocciati c’erano morti e feriti, decine di persone prigioniere tra le lamiere che urlavano terrorizzate. Un passeggero testimone dello scontro tra i convogli ha raccontato sconvolto: «C’è stata una collisione brutale. In un istante, tutto il mondo si è rovesciato... Non ci sono parole per descrivere cosa è successo». Secondo questo passeggero - le cui parole sono state raccolte dalla Tv nazionale - i due treni non avrebbero frenato e a bordo non ci sarebbe stata alcuna possibilità di capire cosa stava per succedere.
Uno dei due convogli - entrambi erano diretti a Bruxelles e provenienti uno da Lovanio, nelle Fiandre, e uno da Mons, in Vallonia - ha urtato l’altro lateralmente e le carrozze si sono accartocciate come lattine, tanto che era difficile distinguere quale apparteneva a un treno e quale all’altro. Le testimonianze dei passeggeri sono sconvolgenti: «Ho visto una donna agonizzante intrappolata sotto i binari - racconta Christian -. Io viaggiavo sul terzo vagone, me la sono cavata con una piccola ferita alla testa: mi sento un miracolato». Herman ha 25 anni, abita a Mons e lavora a Bruxelles in uno studio di psicologia. «Spero che il mio lavoro mi possa aiutare a superare questo choc. È stato un incubo». Sylvie scoppia a piangere, ha un braccio bloccato e diverse escoriazioni sul volto, ma a farle più male sono le scene che rivede nella sua mente. «È stato terribile» - ripete - ma sono viva, non posso lamentarmi».
I vigili del fuoco hanno lavorato per ore sotto la neve per estrarre morti e feriti e il caos è tale che c’è incertezza sul bilancio finale della tragedia, che si prospetta come una delle più gravi catastrofi ferroviarie d’Europa. Ieri pomeriggio, il governo della provincia del Brabante, una zona fiamminga del Belgio, ha emesso una nota ufficiale in cui si parlava di diciotto morti. Ma secondo fonti della società ferroviaria belga, la Sncb, lo scontro ha causato almeno 25 vittime, dieci su un treno, 15 sull’altro. Numerosi anche i feriti, almeno 150, di cui una dozzina, tra cui un bambino, in condizioni gravi. Le cause dello scontro non sono state ancora ufficialmente accertate. In base alle prime indicazioni, alla base dell’accaduto sarebbe il mancato rispetto di un semaforo rosso da parte di uno dei due convogli. L’incidente, sommato alla nevicata, pur di non particolare intensità, ha bloccato i collegamenti ferroviari tra la Francia e il Belgio e il collegamento Eurostar tra la capitale belga e Londra.


A non rispettare il semaforo sarebbe stato il convoglio proveniente da Lovanio. «È troppo presto per capire», afferma Marc Descheemaecker, amministratore delegato della Sncb, che annuncia un’inchiesta «ampia, indipendente e oggettiva».

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