Diamanti e cibo dall’estero Regali folli per gli animali

Diamanti e cibo dall’estero Regali folli per gli animali

Follie per cani e gatti. Una nuova sindrome pare colpisca gli umani sotto le feste. Da un gioielliere una signora vuole ingrandire la monachina del ciondolo in diamanti neri: è per il collarino del persiano bianco. Un’altra varca la porta di un negozio pet: «E’ arrivato il salmone da due chili dalla Norvegia che aspettavo per il micio?». In una boutique fashion di via Montanapoleone un signore scandaglia il banco acquisti, per regalare alla moglie una borsa con catena di simboli natalizi e chiede se esiste un charms uguale da abbinare alla borsetta. Suvvia, non si può non «griffare» il cagnolino! Rincuora la risposta del commesso di un marchio inglese. «Quest’anno, nulla per cani e gatti». Verrebbe da rispondere: «Grazie al cielo qualcuno, ogni tanto, rinsavisce!». Ma veniamo d’emblée raggelati dalla spiegazione: «Gli oggetti per quattrozampe sono i più richiesti, di conseguenza i più imitati, per questo si è deciso di fermare la produzione».
Amore o delirio? Non è che i colpi al cuore che i nostri adorabili pelusche viventi ci fanno provare, si stiano trasformando in botte di testa? E a proposito di botte di testa, ancora in un negozietto una ragazza che esamina fiocchettini e fermaglietti per pinzettare i peletti delle adorate testoline, domanda se non siano stati inventati i cerchietti. Sì, cerchietti con roselline o strass per incoronare il cranietto da un orecchio all’altro. Come sarà mai possibile che nessuno degli stilisti che strappano gridolini di meraviglia facendo sfilare in passerella botoli schiacciati sotto palandrane, alani vittoriani in smoking, gatti rintontiti sotto la tuba e felini mummie, non alla maniera egizia, ma fashion mummie, costrette in cappottini, mutande e abiti da gran soirée, non abbia pensato alle coroncine? E nessuno ha disegnato una cuccia con massaggio incluso? E i rosarietti e i ciondoli sacri per pelosi? Niente, forse perché non esiste ancora un animale proclamato santo. Comunque, visto la tortura modaiola cui sottoponiamo i pet, non sarà lontano a venire un San Pet, dato che la pet-therapy fa miracoli. Ci sembra anche inconcepibile che non sia stato aperto un Musobook vicino a Facebook.
Ma per la manovra Monti non siamo diventati tutti dei poveri cani? In tempi di povertà sono i sentimenti veri che prendono vigore. Infatti accanto a chi va in «demenza da fashion miao», c’è chi invece sceglie di investire il budget natalizio per far trovare gli animali sotto l’albero. Nella sacca di Babbo Natale ci sono quasi 25 mila cani, diecimila gatti, 20 mila uccellini, 4 mila animali esotici, 5 mila conigli, un migliaio di furetti e 30 mila tartarughe d’acqua: un totale di 120 mila cuccioli. La cifra monitorata dall’Aidaa su tutto il territorio nazionale sarebbe un vero sogno natalizio, se non fosse seguita da un altro dato: nell’arco di 6-8 mesi ben metà dei donati verrà abbandonata. Inoltre. Poiché il 60% degli esemplari viene presa via internet, molti di questi piccoli moriranno in poco tempo perché provengono dall’est, dove sono strappati alla mamma troppo presto per sopravvivere.
Rincuora, così, entrare in un negozio di via San Gregorio e vedere una donna che, pur con sacrifici, ha deciso di portarsi a casa due certosini da 900 euro l’uno, fratello e sorella che soffrivano troppo per essere separati. Le feste sono un tempo per ragionare sui sentimenti, anche quelli che proviamo per gli animali, oggetto di capricci, vizi e crudeltà.

Sperando che non siano loro un giorno a ribellarsi. Tra i più abbandonati risultano i conigli in questa annata cinese del Coniglio che si sta per chiudere. Il 2012 sarà l’anno del Dragone. Per fortuna. Comperare e abbandonare draghi è impresa molto più dura.

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