Un tuffo indietro negli anni più recenti e più tragici dellItalia dei giorni nostri. Ci aiuta a farlo lonorevole Raffaele Costa che domani pomeriggio alle 18.30, presso il Palafiori di Sanremo, presenterà il suo ultimo libro «Politica e giustizia ai tempi delle Br», diario di un sottosegretario liberale (1979-1980).
Sono passati trentanni circa da quando Raffaele Costa redasse il suo «diario», pubblicato in queste settimane da Mondadori, diario di un sottosegretario allora responsabile - per delega governativa - di buona parte delle attività carcerarie.
Quando Costa descrisse, per 259 giorni consecutivi, ciò che accadeva nelle carceri, ma anche nella vita politica italiana, era il tempo delle Brigate rosse. Era scoppiato il caso Moro con le profonde ferite che aveva lasciato. Le Br continuavano a mietere vittime. Non pochi brigatisti finirono dietro le sbarre. Costa allora mise a fuoco un fenomeno particolare: mentre i brigatisti in carcere continuavano ad essere attivi, impegnati in veri traffici, spesso creando problemi, gli altri detenuti, nonostante la legge del 1975 che prevedeva ampie possibilità di lavorare allinterno degli istituti di pena, in realtà passavano il loro tempo a poltrire. Le due realtà si intrecciano. Accanto al racconto di diversi episodi legati alle attività delle Br, il diario evidenzia come in realtà nelle carceri non ci fosse unattività destinata al recupero del condannato lasciato, quasi sempre, in balia della solitudine inattiva, ovvero di compagno altrettanto privi di segnali positivi (il lavoro soprattutto) capaci di contribuire al loro recupero.
Per creare condizioni diverse Costa dà ununica indicazione: far lavorare i detenuti dietro le sbarre.
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