Dieci bambini nella rete del finto mago

Millantava poteri soprannaturali per poter abusare di giovani vittime. Il finto mago, di 60 anni, con precedenti specifici, è stato arrestato ieri mattina dalla squadra mobile con l’accusa di violenza sessuale. Nella rete del mago All’fred, al secolo Alfredo Russi, di origine macedone, erano finiti 10 minori del litorale romano, quattro dei quali sarebbero stati oggetto di violenza sessuale. Le vittime, quasi tutte bambine italiane, anche sotto i 14 anni, «venivano adescate dal mago con gli artifici più diversi - ha spiegato il capo della Mobile, Vittorio Rizzi - o agganciando ragazzi poco più che diciottenni che mettevano in contatto il mago con i minori».
Le indagini, durate da marzo a settembre di quest’anno, sono state definite da Rizzi «difficilissime, perché il mago era cosciente di essere oggetto di investigazione». Quando ieri mattina la Mobile gli ha notificato l’arresto, Russi era da pochi giorni nel carcere di Rebibbia per un vecchio ordine di esecuzione.
Diverse le tattiche usate dal mago per avvicinare le ragazzine: prometteva, con i suoi sortilegi, di riuscire a far ottenere buoni voti a scuola e di favorire le unioni con i fidanzatini, regalava ricariche telefoniche e dava ospitalità quando si marinava la scuola. Operava tra Roma, dove aveva uno studio da cartomante in via Alessandria e Nettuno dove aveva trasformato casa sua in una sorta di sala giochi per adescare le sue vittime. «Qui - spiega il capo della squadra mobile - era tutto consentito: il mago faceva sortilegi, offriva alcolici e sostanze stupefacenti. La sua attività manipolatoria si concretizzava in un ruolo quasi da tutore, dava ai minori consigli di vita e suggeriva loro cosa dire ai genitori quando erano a casa con lui». Questi lo chiamavano «zio» e «nonno». «La sua era un’attività molto abile e studiata - ha spiegato Rizzi - D’altronde già nel 2003 e nel 2004 commetteva gli stessi reati». Da circa 20 anni, infatti, Russi era conosciuto dalle forze dell’ordine per questi stessi reati. Le prime indagini a suo carico sono state condotte dai carabinieri negli anni ’90 e hanno portato ad ottobre di quest’anno ad una sentenza definitiva di condanna per «atti di libidine violenta e sequestro di persona». L’inchiesta dei carabinieri era partita da una segnalazione dei servizi sociali che seguiva un minore con una complicata vicenda familiare. Dall’indagine emerse che anche qualche genitore sapeva della strana frequentazione del proprio figlio con il mago, senza però denunciarlo. In un caso addirittura una mamma gli aveva affidato temporaneamente il figlio minorenne. Nel 2003-2004 ulteriori indagini della Mobile per violenza sessuale su minori lo hanno portato in carcere, fino alla decorrenza dei termini di custodia cautelare. Uscito di prigione, il Tribunale di Velletri ha notificato al mago Russi un divieto di dimora nel Comune di Nettuno, scaduto all’inizio del 2008. Da quel momento il mago è tornato a Nettuno e ha ricominciato a farsi vedere in compagnia di minori in ristoranti o altri locali.


«Conoscendo il soggetto - ha spiegato il vicequestore aggiunto di Roma Silvia Franzè - abbiamo subito avviato le indagini. Se nel 2003-2004 le sue prede preferite erano maschietti, in quest’ultima indagine sono state coinvolte invece quasi esclusivamente bambine».

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