Diliberto: "Noi odiamo Berlusconi" Di Pietro candida l'hostess pasionaria

Comunisti e Prc insieme alle Europee. Il segretario Pdci: "Come Berlusconi odia il comunismo, così noi odiamo Berlusconi". E Tonino mette in lista Maruska Piredda

Diliberto: "Noi odiamo Berlusconi" 
Di Pietro candida l'hostess pasionaria

Roma - "Come Berlusconi ha in odio il comunismo, così noi abbiamo in odio Berlusconi". Non usa mezzi termini. Ormai fuori dal Parlamento, il segretario del Pdci Oliviero Diliberto - intervistato a Nightline, la trasmissione di Sky tg24 condotta da Maria Latella - sputa tutto l'acido che ha in corpo e si scaglia direttamente contro il presidente del Consiglio. Poi si schiera dalla parte dei lavoratori che ieri hanno sequestrato i dirigenti della Caterpillar e messo sotto assedio il re dellusso Pinault.

L'attacco a Berlusconi "Noi - ha sottolineato Diliberto - siamo gli unici che abbiamo il coraggio di dirlo in modo esplicito e di affrontare Berlusconi. Mi ricordo che due anni fa fui l’unico ad affrontare e sconfiggere Berlusconi in un dibattito televisivo". Il segretario del Pdci ha spiegato che l’alleanza elettorale dei Comunisti con Rifondazione per le europee "è un progetto politico". "La falce e martello - ha continuato - non indica un’ideologia astratta: sono i simboli del lavoro, scelti oltre un secolo fa. Oggi forse sarebbe scelto un computer, ma resta il fatto che quei simboli rappresentano i lavoratori: quei lavoratori che sono invisibili per la politica e che diventano visibili solo quando muoiono, proprio come gli immigrati nel canale d’Otranto".

Dalla parte dei lavoratori  Il "sequestro" di Francois Pinault da parte dei lavoratori licenziati delle sue aziende "non è nè da condividere nè da condannare, qui c’è da comprendere". "Pinault - ha sottolineato il leader dei comunisti italiani - ha un patrimonio di 14 miliardi, e con questo patrimonio licenzia 1400- 1600 operai, che lui neanche conosce, che per lui sono numeri e non persone.

Questi licenziati diventano visibili solo quando sono costretti a produrre azioni eclatanti . Se non fossero stati licenziati non sarebbero stati costretti a quell’azione eclatante. Del resto, la crisi è stata creata da coloro che licenziano, e le conseguenze le pagano i lavoratori".

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