Assunta per lavorare a Milano ha cercato in tuti i modi accorciare i tempi per tornare al Sud. Ma per i giudici ha tirato troppo la corda ed è stata licenziata da un posto pubblico per aver abusato dei propri diritti di lavoratore. Per aver «dimostrato di intendere la pubblica amministrazione come ricettore passivo di qualsivoglia richiesta senza presupporre la sussistenza di obblighi». Una motivazione sui generis quella del giudice del lavoro milanese Gianluca Alessio, ma che meglio non potrebbe spiegare perché la giovane laureata napoletana è stata licenziata dallUfficio dellAgenzia delle entrate e, secondo il giudice, giustamente. Assunta a tempo indeterminato nel 2007 aveva accettato di trasferirsi al Nord pur sapendo che la nuova legge Brunetta prevede lobbligo di restare almeno 5 anni nella sede assegnata.
M «attraverso una serie di iniziative e condotte - scrive il giudice- la donna riusciva a creare una situazione di malfunzionamento, con vera e propria sottrazione di risorse ed impegno lavorativo, dellordinaria attività».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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