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Il diritto di un padre per la Cassazione vale meno del catechismo

Accettato il ricorso di una madre: «Se le lezioni sono già stabilite è il marito che deve cambiare il giorno assegnato per l’incontro»

Manila Alfano

Le lezioni di catechismo prevalgono su tutto, anche sul diritto dei genitori separati di vedere i loro figli. Parola di Cassazione. La Suprema Corte ha infatti annullato una sentenza di appello del tribunale di Roma. La storia. Il giudice civile, dopo il divorzio, ha stabilito che il padre può vedere la figlia una volta la settimana. Il giorno è il sabato. L’orario: primo pomeriggio. La madre dice: il sabato no perché la bambina va in parrocchia per il catechismo. Il padre risponde: non mi interessa, io la vedo nel giorno stabilito. Litigi, veleni e si finisce dal giudice. Poi in appello. Nel dicembre del 2005 il tribunale di Roma condanna Silvana D.D. ad una multa di 800 euro perchè «con più azioni esecutive dello stesso disegno criminoso, non consegnava a Vittorio D. - l'ex marito - nei giorni indicati dal giudice della separazione la figlia minore, eludendone così il provvedimento fino al settembre del 1998». Contro la sentenza la donna è ricorsa in Cassazione sostenendo che sua figlia non poteva incontrare il padre nei giorni indicati dal giudice per la coincidenza con le lezioni di catechismo fissate dalla loro parrocchia, e che comunque ad ogni incontro mancato i due genitori concordavano una data alternativa che veniva rispettata. La Sesta sezione penale della Suprema Corte ha ritenuto «fondato» il ricorso della madre perchè - spiega il relatore della sentenza, Francesco Romano - la condotta della donna «non era sorretta dal dolo».
I giudici hanno sottolineato che «le lezioni di catechismo sono stabilite dal clero preposto alla parrocchia compatibilmente con gli impegni dei sacerdoti» e quindi non sindacabili. Per questo motivo la Cassazione ha annullato la condanna per Silvana D.D.
A dirsi «allarmata» della pronuncia della Suprema Corte è l'avvocato Annamaria Bernardini De Pace. «È vero che l’insegnamento del catechismo è importante - osserva l’avvocato matrimonialista - ma da un punto di vista pratico è chiaro che i giudici non sono mai entrati in una casa di separati per vedere come certe madri monopolizzano i figli, le uniche vittime. È chiaro che dimostrano di non conoscere le dinamiche violente e rancorose». La preoccupazione della matrimonialista deriva dal fatto che quando si ha a che fare con «genitori separati che non si stimano è evidente che non si troverà mai un accordo per un giorno alternativo, per cui diventa pericoloso e assurdo fare sillogismi sofisticati». Anche perchè, secondo Bernardini De Pace, «se non è il catechismo è il tennis, o il nuoto od altro: ci sono parecchie cose che i genitori usano come alibi per vendicarsi sugli ex».
Negativo è anche il parere espresso dall’associazione «Genitori separati dai figli» che fanno sapere: «Ci sentiamo genitori di serie B.

Questa del catechismo ha tutta l’aria di essere una buona scusa e la sentenza viola i diritti fondamentali dei genitori non affidatari che sono la parte più debole rispetto a chi - in base alla decisione del giudice - può tenere i propri figli tutti i giorni della settimana».

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