Disabile sfrattata, il padre paga l’hotel

da Rapallo

Chiara Molino, la ragazza tetraplegica figlia di genitori separati e «sfrattata» (in realtà, solo formalmente) dalla pensione dove vive da mesi, potrà rimanere nella sua stanza almeno per un’altra settimana. È stato il padre, Alessandro, accusato di venire meno agli obblighi degli alimenti, a inviare ieri mattina un fax all'hotel in cui si impegnava a pagare il pernottamento della figlia fino a venerdì prossimo, e a saldare gli arretrati dell'ultimo mese. Chiara, che usufruisce di una pensione di 600 euro al mese, metà dei quali va in medicine, avrebbe anche ricevuto 200 euro per andare a mangiare al ristorante, dopo che la pensione ha deciso di non servirle più il pranzo a causa di alcuni suoi atteggiamenti giudicati poco opportuni. «Ho suggerito io al padre di provvedere ai pasti - spiega il gestore dell'albergo -. In passato, ci sono stati episodi molto spiacevoli tra la ragazza e altri clienti». «I gestori mi hanno fatto violenza psicologica - replica Chiara -, non mi hanno dato da mangiare. MI hanno fatto vedere il fax di mio padre in cui lui si scusava per i miei comportamenti e prometteva i soldi». La vicenda va avanti da 15 anni, dalla separazione dei due genitori che non hanno ancora trovato un accordo per il mantenimento delle figlia. «Non ho mai dato l’autorizzazione perché vivesse in pensione - racconta il padre -. È stata una scelta di sua madre: finché c'erano i soldi andava tutto bene, quando poi sono finiti ha fatto una tragedia». «Io mi sono rovinata dieci anni pur di coprire le spese di Chiara - ribatte la madre -. Abbiamo avuto sfratti a catena e ora io dormo in macchina tra Rapallo e Genova dove assisto anziani nelle case di cura. È un padre fantasma il suo».

Sulla vicenda è stato richiesto l'intervento degli assistenti sociali che hanno proposto un incontro con i genitori e la figlia per lunedì. «Non credo proprio che si farà - conclude il padre -. Chiara ha già fatto sapere che non vuole esserci e mia moglie non si sa. E se lei non vuole trovare un accordo, che posso farci?».

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