Disabili, ancora troppe barriere
15 Settembre 2007 - 03:09Secondo il presidente dellAnthai Giuseppe Trieste, il 65 per cento dei mezzi pubblici è inaccessibile per chi non può camminare
Muoversi nella capitale coi mezzi pubblici non è facile per nessuno. Ma per i disabili, più che complicato, è spesso impossibile. «A Roma il 25 per cento delle strutture del trasporto pubblico è totalmente inaccessibile - denuncia la delegata del sindaco per i problemi dellHandicap, Ileana Argentin -. E il 40 per cento è accessibile solo parzialmente».
Rampe rotte, ascensori fuori uso, banchine troppo alte e mezzi senza pedane elevatrici spesso costringono il disabile a fare altre scelte per potersi muovere nelle strade cittadine. «Dalla mia esperienza - dice il presidente dellAssociazione Nazionale Tutela Handicappati Invalidi (Anthai), Giuseppe Trieste - la percentuale di strutture inaccessibili è molto più alta, anche perché si devono considerare pure i pullman della Cotral, che girano fuori Roma e spesso non hanno la pedana elevatrice. Per non parlare delle metropolitane: non tutte le fermate hanno gli ascensori, cosa che comporta limpossibilità di poter usufruire del mezzo pubblico».
Secondo Trieste, «il problema di fondo del trasporto pubblico è che le società che si occupano del servizio non acquistano sempre mezzi accessibili per tutti».
«Situazione che è facilmente dimostrabile - continua il presidente dellAnthai -. Perché se tutti i mezzi nuovi fossero accessibili, prima o poi linevitabile ricambio con quelli vecchi porterebbe ad avere finalmente pullman e autobus senza barriere architettoniche, con un netto miglioramento della qualità della vita per i disabili. Ma così non è».
Inoltre, cè anche una mentalità scorretta, un approccio che va rivisto per quanto riguarda le politiche dellHandicap. Parla di «cultura sbagliata» Giuseppe Trieste. «Mi hanno detto - spiega - che le poche pedane elevatrici presenti sui mezzi di trasporto pubblico vengono messe fuori uso appositamente, perché così non possono essere aperte, si perde meno tempo e si fa meno fatica».
«Per iniziare a risolvere la situazione - aggiunge il presidente dellAnthai - occorrerebbe promuovere degli incontri fra Atac e Cotral assieme alle associazioni di disabili e con gli anziani e il Moige, perché il problema di cultura va affrontato per tutte le situazioni».
Ma le barriere architettoniche non sono presenti solo sui mezzi del trasporto pubblico. È dei giorni scorsi la denuncia della stessa Argentin riguardante i bagni degli ospedali, «molti dei quali non sono accessibili per i disabili, come invece previsto dalla legge».
In questultimo caso, però, lamministrazione capitolina è corsa ai ripari almeno sulla carta, prevedendo, in collaborazione con lassessorato regionale alla Sanità, un piano per labbattimento delle barriere architettoniche presenti allinterno di alcune strutture sanitarie pubbliche.
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