(...) Unoperazione che, secondo quanto confermato nella sostanza della condanna di ieri, avrebbe accollato tutti i debiti e gli svantaggi al Comune, facendo un favore ai privati e provocando un danno erariale alle casse pubbliche. In particolare il procuratore della magistratura contabile non aveva chiesto la condanna degli amministratori per la creazione di Ami, visto che uno degli obiettivi era quello di rendere appetibile lingresso di soci privati nel trasporto pubblico locale. La contestazione rimasta in piedi riguardava piuttosto le successive decisioni assunte da Pericu e dagli altri che avrebbero peggiorato gravemente i bilanci di Ami. Un danno pari a circa 2.4 milioni di euro, che ora dovranno essere ripagati, almeno in parte, dai responsabili delloperazione.
E qui arriva la bastonata della Corte dei Conti che ieri ha stabilito come al sindaco Beppe Pericu tocchi la fetta più grossa: da solo dovrà pagare 450mila euro, mentre lallora assessore al Personale Giovanni Facco sarà chiamato a rifondere 150mila euro. Una quota non da poco verrà richiesta anche a quattro amministratori di Ami dellepoca: Michele Dino Carbone, Angelo Sani, Giovanni Seccacini e Marco Vezzani sono stati condannati ciascuno al pagamento di 35mila euro. Nel processo contabile erano entrati anche altri amministratori pubblici dellepoca. Tra loro spiccano i nomi dellex vicesindaco Alberto Ghio, delle xassessore ai Trasporti Arcangelo Merella e del senatore Enrico Musso, oltre al presidente dellospedale Bambin Gesù di Roma, Giuseppe Profiti. Tutti e quattro sono stati però assolti in quanto non ritenuti responsabili del danno erariale provocato al Comune di Genova.
Assolti, invece, perché ritenuti non responsabili del buco finanziario, l'ex vice sindaco Alberto Ghio, l'ex assessore ai Trasporti Arcangelo Merella, i consiglieri di amministrazione Enrico Musso e Giuseppe Profiti. Aspetto curioso è il fatto che se Musso, presidente e creatore della Fondazione Oltremare, non è stato riconosciuto responsabile del disastro Ami, la condanna ha riguardato Marco Vezzani, uno dei consiglieri di amministrazione della Fondazione stessa.
I legali di Giuseppe Pericu, guidati da Lorenzo Acquarone, hanno già annunciato il ricorso alla condanna.
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