Los Angeles - Robin Williams è un genio comico, un fiume in piena che si apprezza al meglio nelle performance dal vivo. Persino durante le interviste imita personaggi celebri, e improvvisa con rapidità stupefacente su qualsiasi argomento. Non sempre queste doti sono state messe a frutto nei suoi ultimi film, ma in Licenza di matrimonio Williams ha trovato un ruolo su misura, un vulcanico reverendo che, prima di celebrare matrimoni nella sua parrocchia, obbliga i promessi sposi a seguire un corso di preparazione che è praticamente una sadica corsa ad ostacoli. Il tutto condito da un ferreo sistema di sorveglianza, per assicurarsi che la clausola «niente sesso fino alle nozze» venga rispettata.
«Bisogna dire che l'idea di far passare un test a chi vuole sposarsi non è male», dice Williams. «Qualsiasi idiota può sposarsi e fare figli, mentre invece bisogna fare un esame per prendere la patente o fare il parrucchiere. Non parlo di esami come quelli escogitati dal reverendo Frank, ma ci vorrebbe almeno una sana discussione su cosa i fidanzati sanno veramente dell'altro, su quello che pensano di avere in comune vent'anni dopo, quando la passione sarà esaurita. Non c'è bisogno di sapere tutto dell'altra persona, perché ciò toglierebbe la poesia, ma bisogna avere un'idea di chi si è e in cosa si crede, specie se ci sono figli di mezzo».
Lei ha tre figli tra i 15 e i 24 anni. Indaga sui loro partner?
«No, chiedo solo campioni di sangue e sperma. Comunque è mia moglie che ha fatto il famoso discorso ai miei figli, ma non sono cose di cui poi si parla a colazione. Preferisco non dare consigli in questo campo, sarei come Quasimodo che fa il chiropratico - e aggiunge con voce gracchiante: “Vuoi che ti metta a posto la spina dorsale?”».
I suoi figli maggiori hanno iniziato una carriera nel cinema. Dà loro consigli di recitazione?
«Non sono molto preoccupato per loro, perché sono entrambi colti e intelligenti, e non si sono svegliati una mattina dicendo “Voglio fare l'attore”. Zachary ha una laurea in lingue e ora si è messo a studiare recitazione, mentre Zelda ha già lavorato in parecchi film. Ho solo detto loro che è importante amare quello che fanno, perché si ricevono molti rifiuti e bisogna essere appassionati del proprio lavoro per superare i periodi duri».
Come si è trovato con Mandy Moore e John Krasinki, gli aspiranti sposi protagonisti di Licenza di matrimonio?
«Sicuramente loro di consigli non ne hanno bisogno. Mandy è una cantante con al suo attivo dischi di platino, e sta facendo una carriera cinematografica impeccabile. E John, che recita nella serie cult The Office ed è il protagonista del nuovo film di George Clooney, ha appena girato il suo primo film da regista. Hanno più esperienza di me alla loro età, e fanno bene ad esplorare diversi aspetti del loro talento».
Lei è sempre stato molto aperto riguardo ai suoi problemi con alcool e droga. Cosa direbbe alle giovani chiacchierate star, come Lindsay Lohan o Britney Spears?
«Che la vera sfida inizia quando esci dalla cura di disintossicazione. La riabilitazione ti toglie dalla vita normale, così non sei in giro ogni sera a far festa, conosci altre persone che hanno gli stessi problemi, e capisci che c'è gente più scoppiata di te. Gente che ha perso casa, lavoro e famiglia, è stata in prigione, è quasi morta per via della sua dipendenza. Capisci che l'alcool non è tuo amico. Certa gente sopporta l'alcool, altra no. È come chi sa gestire gli zuccheri e chi è diabetico. Solo che non si vedono molte persone davanti alle pasticcerie a implorare “Dammi un dollaro per un bombolone”. Direi che questo non è un fenomeno nuovo, né a Hollywood né altrove. Direi loro “Vuoi sopravvivere? Allora smetti!”.
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