Dpef, il piano che anticipa la Finanziaria

Il Documento di programmazione economica e finanziaria (Dpef), presentato dal ministro dell’Economia e approvato dal governo, contiene le linee programmatiche della politica economica a medio termine, e gli impegni politici che saranno tradotti in legge con la Finanziaria dell’anno successivo: in questo caso quella per il 2007, che sarà varata entro il 30 settembre dal governo. L’approvazione parlamentare del Dpef vincola il governo ad attuare la parte del documento relativa, appunto, all’anno successivo. Dunque, il Dpef rappresenta una sintesi della successiva legge finanziaria, senza entrare però nelle misure concrete, tagli di spesa ed entrate fiscali. Individua gli interventi correttivi sui grandi aggregati di spesa (come sanità, previdenza, pubblico impiego), fornisce indicazioni di politica fiscale.
Qualcuno definisce il Dpef la wish list del governo, la lista dei tanti desideri che difficilmente vengono poi tradotti in realtà. Sino alla fine degli anni Ottanta, il Documento di programmazione economica e finanziaria non esisteva: è stato introdotto con la legge 362 del 1988, e la sua presentazione da parte del governo era fissata per il 15 maggio di ogni anno. Nel 1999, l’orizzonte temporale delle previsioni macroeconomiche è stato portato da tre a quattro anni, e il termine di presentazione è stato spostato al 30 giugno. Né il termine del 15 maggio né quello del 30 giugno sono stati mai rispettati, salvo che nel 1998.

In quell’anno il Dpef fu approvato dal governo in aprile, e per un motivo fondamentale: il 1° maggio ’98, a Bruxelles, ci fu la riunione del Consiglio europeo in cui si decise chi avrebbe partecipato all’euro fin dal primo momento. Da allora, il Documento di programmazione ha sempre visto la luce nelle prime settimane di luglio.

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