Una blindatura dell’intesa? Non sembra. Prodi ha anche scritto che il Parlamento è sovrano. E al sindacato ha fatto sapere che successivamente ci sarà «la difficile fase di applicazione del protocollo stesso». Una formula che lascia spazi a modifiche, anche di sostanza, alle misure studiate del ministero del Lavoro. «Invitiamo Epifani a non cadere nell’inganno», ha detto il segretario del Pdci Oliviero Diliberto.
Il protocollo è stato anche il protagonista del primo passaggio parlamentare del Dpef. Nessuna sorpresa sul voto. Si sono espressi a favore della risoluzione che accompagna il Documento di programmazione economica e finanziaria 159 senatori, contro 147. Giulio Andreotti è stato l’unico astenuto. Rita Levi Montalcini ed Emilio Colombo hanno invece votato a favore mentre il senatore dissidente della sinistra, Franco Turigliatto, non ha partecipato. Scampato pericolo, quindi.
Ma non senza conseguenze, visto che il testo della risoluzione è un compromesso tra posizioni molto distanti. È andata male soprattutto ai riformisti della maggioranza che ieri avevano esordito presentando un emendamento, a firma Lamberto Dini e Natale D’Amico nel quale si chiedeva di tenere sotto controllo la spesa primaria per centrare l’obiettivo di pareggio strutturale del bilancio pubblico nel 2011. Una provocazione, secondo Rifondazione comunista e gli altri partiti della sinistra, che hanno ottenuto, grazie alla mediazione di Anna Finocchiaro, presidente del gruppo dell’Ulivo, il ritiro dell’emendamento.
In cambio a Dini è stato concesso che a settembre, con la nota di aggiornamento del Dpef, il governo si impegni sui tagli. E anche questo compromesso non è piaciuto alla sinistra radicale che ha accusato il sottosegretario all’Economia Nicola Sartor di avere annunciato una soluzione ambigua perché antepone il taglio della spesa pubblica a un suo «monitoraggio» e «più razionale impiego».
Tra i colpi di scena della giornata c’è stata la ripresentazione dell’emendamento Dini da parte del centrodestra e la relativa bocciatura da parte del centrosinistra. E, in mattinata, la nuova offensiva parlamentare di Roberto Calderoli, capogruppo leghista al Senato. Mercoledì la Lega aveva presentato le proposte sul Dpef, puntate su famiglia, imprese e infrastrutture.
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