Economia

Draghi: «La ripresa economica? È già in corso»

Caso energia: per il ministro, «la Commissione si è mossa bene, non servono controllori»

Gian Battista Bozzo

nostro inviato da Vienna

Tutti gli organismi economici internazionali, dal Fondo monetario alla Commissione di Bruxelles, si avviano a rivedere al rialzo le previsioni di crescita economica in Europa per il 2006. L'ottimismo sulla congiuntura si coglie anche a Vienna, dove per due giorni si sono riuniti in un vertice informale i ministri finanziari e i governatori delle banche centrali dei 25 Paesi della Ue. Ministri e banchieri concordano: il rimbalzo c'è ed è evidente. Anche un uomo di solito prudente come Mario Draghi si lancia senza esitazioni: «La ripresa è senza dubbio in corso - dice, incontrando un paio di giornalisti nella hall dell'Hotel Intercontinental -, sono diversi i segnali che dicono che le cose vanno meglio».
Quali segnali? Il governatore di Bankitalia, al suo esordio all'Ecofin informale nei panni di banchiere centrale, osserva che «si stanno riprendendo gli investimenti e le esportazioni. Inoltre l'economia in Germania è in ripresa, e quando le cose vanno meglio in Germania, poi migliorano in tutta Europa».
Mentre Draghi parla di ripresa in corso, arriva Giulio Tremonti. I due si salutano con calore, poi stringono la mano al governatore della Bank of England, Mervyn King, che passa in quel momento. Il ministro dell'Economia conferma che nei suoi giri di campagna elettorale ha colto dappertutto, in Friuli come in Puglia, «evidenti segnali di fiducia da parte degli imprenditori», e soprattutto da parte di chi esporta.
Poi, ministro e governatore si avviano verso le auto che li porteranno all'Hofburg, dove si tengono le riunioni dell'Ecofin. Non c'è tempo per altre domande, né per battute informali. La sensazione è che il prossimo governo italiano godrà, almeno in questo scorcio di 2006, di un ambiente economico più favorevole. Poi, si vedrà. L'ultima stima della Trimestrale di cassa parla di una crescita pari all'1,3%, più bassa della media europea che, secondo il presidente della Bce Jean-Claude Trichet, si avvia verso il potenziale: 2% o forse qualcosa in più. Una ripresa europea più sostenuta potrebbe consentire all'Italia di fare meglio di quanto stimato solo qualche settimana fa. Il lato meno favorevole è rappresentato dai tassi d'interesse. «Tenendo presente, da una parte, il rafforzamento dell'attività economica, e dall'altra i rischi di inflazione, dobbiamo ribilanciare la politica monetaria», spiega il governatore della banca centrale belga Guy Quaden. I tassi saranno dunque aumentati dalla Bce, anche se «gradualmente», aggiunge Quaden.
Resta invece «ancora molto aperta» la discussione sul neo-protezionismo interno in Europa. Nella sessione di ieri il dibattito ha fatto pochi passi avanti. «Non avrei mai immaginato - dice poi Tremonti - l'emergere di protezionismi nazionali come quello sull'energia in Francia. Se questo diventa argomento di campagna elettorale gli effetti sul mercato unico saranno fortemente negativi». Tremonti ricorda poi che l'Europa «è ricca di tutto, tranne che di energia. Da qui al 2030 la dipendenza da gas e petrolio aumenterà e dunque i singoli Stati non potranno agire da soli». Il ministro riconosce comunque che, sul caso energia, la Commissione di Bruxelles si è mossa bene e tempestivamente: dunque non sono necessari organismi controllori aggiuntivi, né esperti che affianchino il lavoro della Commissione. «Tremonti ha parlato molto bene», concede Breton, ma sull'energia la Francia non è disposta a concessioni: «L'Europa è un mercato fra i più aperti, non dobbiamo essere piromani ma pompieri», conclude il ministro delle Finanze francese.

Tremonti conferma infine la nomina di Lorenzo Codogno a direttore della ricerca economica del Tesoro, al posto di Arrigo Sadun: «È una cosa ben fatta».

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