Droga e amore: la Berry e Del Toro in una commedia che sa di melassa

Fanno venire l’orticaria i film con la lacrimazione obbligatoria. Dove i personaggi sono perseguitati dalla jella più nera e si lamentano o piangono, vagando con una piva lunga così sullo schermo. Per il suo esordio americano ha seguito alla lettera l’antica ricetta anche la regista danese Susanne Blier: infatti Noi due sconosciuti ci dà dentro con la sfiga. State un po’ a sentire. Dopo cinque minuti la vita placida e felice della famiglia Burke va a catafascio. Il capofamiglia Brian (il David Duchovny di X-Files, spesso in pista nei molti flasback) viene ammazzato a rivoltellate mentre cerca di calmare un tizio che stava picchiando la sua donna. La sensibile Audrey (Halle Berry, già tragicamente vedova da Oscar in Monster’s Ball) resta sola nella grande villa di Seattle con i piccoli Alexis e Dory. Al funerale ritrova l’amico del cuore (senza sottintesi) del defunto: l’ex avvocato Jerry (Benicio Del Toro), finito da tempo in miseria per colpa della droga. La signora gli confessa che non ha mai capito perché lui e il marito fossero così legati e che comunque non ha più intenzione di coltivare l’antica antipatia. Tanto che, constatata l’inatteso feeling tra i bambini e il malinconico tossico, gli offre ospitalità. In garage. Malintesi e eroina sono tragicamente in agguato. La storia, a dire il vero, non è peggio di altre, ma infastidisce l’esagerata voglia di tenerezza con insistiti primi piani sugli occhi umidi dei protagonisti. Una distanza talmente ravvicinata da evidenziare la folta peluria sulle gote dell’invecchiata primadonna.

Ah, non manca lo spazio per la comicità involontaria. Come quando Halle Berry accoglie nel lettone Benicio Del Toro. Ma è solo per farsi tirare il lobo di un orecchio.

NOI DUE SCONOSCIUTI di Susanne Blier (Usa, 2007) dcon Halle Berry, Benicio Del Toro. 110 minuti

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