Droga, stop alle siringhe gratuite La Moratti «boccia» anche i Sert

Il sindaco: «Basta con i fondi a cascata. Vanno premiate le comunità che riescono a recuperare i ragazzi» Via libera ai «kit» della De Albertis

Cambio di rotta. Il Comune non spenderà più un soldo per distribuire gratis siringhe pulite e passerà al setaccio i risultati raggiunti dalle comunità di recupero dei tossicodipendenti che da anni ricevono fondi da Palazzo Marino: «Li daremo solo alle realtà pubbliche e private che si impegnino nel recupero integrale e nel reinserimento lavorativo delle persone, non a quelle che puntano alla riduzione del danno». All’interno di questo percorso, anche il contestato progetto del test antidroga lanciato dall’assessore Carla De Albertis «può proseguire». Ma basta interventi a cascata, è la linea del sindaco Letizia Moratti per fronteggiare una lotta che «con politiche giuste, si può vincere». Boccia l’esempio dei Ser.T, che non dipendono dal Comune ma dalle Asl e a monte dalla Regione. «Vengono pagati - ricorda - a seconda di quanti ragazzi hanno in cura, non di quanti riescono a recuperare. Il principio è sbagliato e proporrò al governo di rivederlo, altrimenti le strutture hanno interesse a mantenere in cura i tossici il più a lungo possibile». Ieri la Moratti ha partecipato a Istanbul alla 14esima conferenza dell’Ecad, l’organizzazione delle Città europee contro la droga che a settembre si svolgerà proprio a Milano. Il «network» conta 250 città di 30 Paesi che si confrontano sulle politiche contro la droga senza distinguere tra leggere e pesanti. La Moratti cita non a caso l’edizione dell’Independent che a marzo ha aperto con il titolo a tutta pagina: «Cannabis, ci scusiamo». Il quotidiano inglese che 10 anni fa sostenne una dura battaglia per la depenalizzazione degli spinelli oggi fa marcia indietro. «Ammettono che oggi - spiega il sindaco - il legame tra cannabis e psicosi è scientificamente provato. Non capisco invece come il nostro governo possa abdicare a uno dei suoi doveri fondamentali, garantire il diritto alla salute per tutti». Riferendosi all’incidente dell’altro ieri a Vercelli - un bus in gita scolastica si è ribaltato ed è morto un bimbo - e alla notizia di ieri che l’autista è stato trovato positivo alla cannabis, Moratti sostiene che «se va avanti il ddl Ferrero, questo sarà il risultato. Non possiamo permettere che i nostri bimbi siano uccisi da chi usa sostanze stupefacenti. Se le droghe leggere fossero depenalizzate come dice il ministro, potremmo trovarci con “sballati“ alla guida di autobus o aerei. Il governo recuperi lo spirito e i contenuti della legge Giovanardi-Fini, che non è repressiva ma favorisce percorsi di recupero». L’approccio del governo invece «va in senso opposto, distingue tra droghe leggere e pesanti ed è gravissimo».

Dopo che il decreto Turco è stato sospeso dal tar inoltre, sarà il giudice a distinguere di volta in volta tra spaccio o consumo personale e spaccio, «un caos, i più permissivi potrebbero accettare che un giovane parta in vacanza con 500 spinelli..».
Don Antonio Mazzi, fondatore di Exodus, attende che «alle parole seguano i fatti, che le comunità serie quasi dimenticate negli anni passati siano adeguatamente sostenute».

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