Drogato al volante uccise una giovane Condannato a 14 anni di galera

In primo grado, se l’era cavata con una condanna relativamente mite. Quattro anni e 8 mesi di carcere (con rito abbreviato) per essersi messo alla guida sotto l’effetto di marijuana e sonniferi, e aver investito e ucciso una ragazza di 24 anni. Omicidio colposo, aveva deciso il giudice. La sentenza, però è stata ribaltata ieri dalla prima Corte d’assise d’appello, che ha inflitto ad Alessandro Mega bel 14 anni di reclusione, riformulando l’imputazione in omicidio volontario.
L’incidente risale alla notte fra il 31 ottobre e il primo novembre del 2008 a Bollate. Roberta Caracci viene investita intorno alle 23.30 in via Galileo Ferraris, mentre torna a casa a bordo della sua Cinquecento dopo una serata in pizzeria. Mega, operaio di 31 anni, guida a a una velocità tra i 70 e gli 83 chilometri orari in una strada con il limite dei 50. E travolge la vettura dalla ragazza. Le perizie dimostrano che prima di uscire, intorno alle 17.30, aveva fumato uno spinello e che alle 20.30 aveva ingerito un potente calmante. Di qui l’imputazione formulata dal pm: omicidio volontario con dolo eventuale, ovvero dell’essersi messo al volante in quelle condizioni, accettando il rischio concreto di causare un evento mortale.

In primo grado, però, il gup aveva derubricato il reato a omicidio colposo, seppur con l’aggravante della colpa cosciente. Ora, i giudici d’appello dicono un’altra cosa: mettersi al volante sotto l’effetto di droghe e psicofarmaci e causare un incidente mortale è come «voler» uccidere.

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