Droghe, un adolescente su due le ha provate almeno una volta

La marijuana è la sostanza più diffusa ma torna anche l’eroina sniffata. Allarme alcolici: c’è chi si sbronza due volte al mese

Un’altra drammatica conferma: nelle scuole milanesi la droga è di casa. Così come in genere si diffondono altre forme di dipendenza come fumo e alcol. Spesso senza che gli studenti coinvolti abbiano coscienza della pericolosità di certe esperienze. L’ultima conferma viene da un’indagine condotta dal Laboratorio salute sociale in tre scuole campione: l’istituto professionale Caterina da Siena e l’Itsos San Dionigi, e l’istituto Cartesio di Cinisello Balsamo. L’idea dell’indagine è nata in seguito al grido d’allarme lanciato dal responsabile dell’Asl di Milano, Riccardo Gatti, secondo cui «il consumo di eroina sta aumentando in modo vertiginoso dopo anni di stallo». E soprattutto tra i giovani, consumatori occasionali. L’eroina viene sniffata o inalata, non più tramite via venosa, ma ricompare nelle piazza, e tra i giovani. «Abbiamo così voluto fare una verifica sulla situazione – dice Gabriele Codini, lo psicologo che ha coordinato l’indagine – cercando di indagare su tutte le forme di dipendenza».
La questione droga, innanzitutto. È emersa una buona conoscenza della problematica. Per quanto riguarda l’uso e il contatto con le sostanze stupefacenti il 56 per cento ha dichiarato un contatto pregresso con le droghe, in generale; mentre il 44,2 per cento ha dichiarato di averne provata una. In prevalenza la prova di sostanze è stata fatta con marijuana 39,5 per cento. E ancora: il 34,4 per cento dei ragazzi reputa la pericolosità della cannabis bassa mentre il 28,5 per cento la reputa media, solo il 18,5 per cento reputa tale pericolosità alta. Il 65,2 per cento, invece, reputa molto pericolosa la cocaina e il 58,4 per cento l’eroina. «Esiste quindi una percezione del rischio delle dipendenze molto sottovalutata tra i ragazzi per quanto riguarda l’uso di sostanze come la cannabis, e anche la percezione del rischio riguardo la cocaina e l’eroina: il 35-40 per cento le reputa poco dannose». Per quanto riguarda il fumo la situazione è ancor più sottovalutata: «Sul tabacco – continua lo psicologo - la maggioranza (il 45,5 per cento) reputa che la pericolosità sia bassa, media il 26,8 per cento, solamente il 10,4 per cento reputa la pericolosità alta, mentre il 6 per cento dichiara di non sapere». Dall’indagine risulta drammatica anche la dipendenza degli studenti dall’alcol. Ad esempio alla domanda se è mai stato veramente ubriaco il 46,9 per cento degli intervistati dichiara di sì, contro il 30,6 per cento che dichiara di no. Quasi ubriaco il 14 per cento. Altra domanda significativa: quante volte è stato ubriaco negli ultimi due mesi? Il 10 per cento dichiara 1 volta, il 5,5 per cento due volte, il 4,5 per cento 3 volte, 4 o più volte nel 10 per cento circa dei casi. Si diventa dipendenti dalle varie sostanze per combattere ciò che è insopportabile.

Ma che cosa? Sempre dai dati dell’indagini emergono queste risposte: il 28,2 per cento parla della povertà, il 7,4 per cento l’anonimato, il 16,8 per cento il dolore fisico, il 18,1 per cento la critica, il 20 per cento l’incertezza, il 9,5 per cento non risponde.
Per la scuola dunque un’indagine che offre spunti di intervento importanti. E meno male che per il 75 per cento degli intervistati la scuola non è ritenuta «inutile».

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