Duecento disabili attendono il servizio che non esiste più

Duecento disabili attendono il servizio che non esiste più

(...) ha deciso, con un protocollo d’intesa studiato con Asl 3, di avviare un nuovo bando per il trasporto dei disabili «che sostanzialmente ha cancellato la graduatoria precedente», denuncia il consigliere comunale del Pdl Stefano Balleari.
Una vicenda dai contorni paradossali che vede fuori dalla possibilità di ottenere il servizio (già garantito dal Comune) persone ignare della presenza di un altro bando «solo perché il Comune di Genova non ha mai pensato ad avvisare del cambiamento di strategia adottato» incalza Balleari ricostruendo l’accaduto. Nell’agosto di nove anni fa una lettera avvisava le famiglie della prossima erogazione del servizio precisando però nella missiva «al momento non è possibile determinare la data di inizio del servizio stante l’attuale disponibilità finanziaria a Bilancio».
Poi, più nulla. Fino a ieri, quando Balleari ha cercato di fare luce sulla vicenda scoprendo che non solo tutto si è fermato ma che addirittura chi pensava di avere fatto il possibile per ottenere il trasporto agevolato, in realtà era fuori da ogni gioco.
«Al Comune non sarebbe costato granché spedire una lettera alle duecento persone interessate spiegando che ci sarebbe stata una nuova graduatoria - prosegue il consigliere comunale del Popolo della Libertà -. Così come credo sia grottesco pensare che in nove anni Genova non sia stata in grado di fornire assistenza alle fasce deboli».
Insomma, i tagli sono sempre più pressanti e pesanti ma quando spuntano problemi che si vogliono risolvere qualche soldino utile esce sempre e di esempi se ne potrebbero citare a centinaia anche se per Balleari resta uno quello esemplare: «La spesa pazza fatta dall’attuale giunta di voler acquistare per cinquecentomila euro una collana di vecchi dischi nel negozio che esponeva la chitarra di Fabrizio De André - spiega -.

Di fronte ad una spesa del genere mi chiedo se questa giunta che si definisce di centrosinistra abbia veramente a cuore i suoi cittadini più bisognosi».
Più sociale e meno cultura. E chi l’avrebbe mai detto che a dirlo dovevano essere quelli di centrodestra.

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