Un vecchio pub, in un paesino sperso nella campagna irlandese. All'interno tre, quattro persone che come tutte le sere si ritrovano per bere e scherzare. Giovani già invecchiati per i quali il domani sarà simile all'oggi. Ma l'arrivo di una ragazza di città porta scompiglio negli equilibri ed i rapporti tra i protagonisti mutano. È la trama del testo teatrale «La chiusa» di Conor McPherson, che lo Stabile di Genova mette in scena da mercoledì al Teatro Duse per la regia di Valerio Binasco.
«Con Binasco - ha detto Carlo Repetti, direttore dello Stabile - ci inseguivamo da anni senza mai riuscire a collaborare. Adesso finalmente ci siamo trovati grazie ad una drammaturgia irlandese che interessa tutti noi. Ricordo ad esempio il nostro lavoro intorno a Martin McDonagh». «La chiusa - ha spiegato Binasco - è un testo molto affascinante che rientra in un percorso da me particolarmente amato. La solitudine della campagna è molto diversa dall'angoscia di città. La gente di quel paesino ha un rapporto normale con la morte, con gli animali, con la vecchiaia. Il buio della loro notte non è da paura, è magico. Ma quei paesani non sanno affrontare l'amore e la speranza, vivono con paura il nuovo, provano fastidio nei confronti dei turisti che provocano un cambiamento nella loro esistenza ormai preordinata. Per questo l'arrivo della bella ragazza di città crea turbamento e porterà ad una trasformazione nei rapporti».
La ragazza è interpretata da Lisa Galantini, formatasi alla Scuola dello Stabile, con una lunga attività al Teatro della Tosse: «Sto vivendo una bellissima esperienza e sono molto curiosa di verificare la risposta del pubblico. Il mio personaggio è in realtà il risultato di un qualcosa che gli è passato addosso e che l'ha cambiato. Porta con sé un mistero e un imprevisto».
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