Lultimo spot di Obama forse non è proprio di buon gusto, ma toccante sì. E per questo vincente, in una campagna elettorale dal crescente coinvolgimento emotivo. Chiedete agli americani quali sono i punti di programma che distinguono Obama da Hillary: non sapranno rispondervi. Ma ognuno di loro saprà dirvi se si riconosce nelluno o nellaltro, quali valori ognuno dei due rappresenta, quali simboli evoca.
Una battaglia, quella sullimmagine e sullidentità, che Barack sta vincendo con ampio margine. Ieri ha allungato ulteriormente, diffondendo in tv e via Internet un filmato incentrato sulla madre uccisa dal cancro. Si sente la voce dello stesso Obama che - sullo sfondo di una foto di lui da bambino assieme a lei, la bianca Stanley Ann Dunham, entrambi sorridenti - dice: «Mia mamma morì di tumore alletà di 53 anni. In quegli ultimi atroci mesi si preoccupava più del pagamento delle fatture mediche, che della propria salute».
Poi la telecamera inquadra il senatore dellIllinois, che, apparendo sincero e dunque persuasivo, continua: «Sento storie analoghe ogni giorno. Da ventanni Washington promette di riformare la Sanità, ma non accade nulla. Io ho un piano per tagliare i costi e garantire la copertura a tutti i cittadini, ma finché non fermeremo i lobbisti che controllano la capitale, fra ventanni ci ritroveremo nella stessa situazione».
Magistrale. Poco importa che in realtà il suo piano sia confuso e potenzialmente inefficace; con questo spot Barack riesce a penetrare nellultima fortezza di Hillary, quella delle donne. Ogni madre si commuove nel sentire un figlio ricordare con tanto affetto chi lo mise al mondo, ogni americana è sensibile al problema del tumore e il coinvolgimento personale rende il candidato dellIllinois ancora più credibile, su uno dei temi forti di Hillary, che dalla metà degli anni Novanta si batte per cambiare un sistema sanitario decisamente ingiusto. Ma possono bastare dieci secondi in tv per eclissare dieci anni di impegno politico.
Questo è il momento di Obama.
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