E il caso-Malafede approda in Senato

È vero che il Campidoglio non si è fatto scrupoli nell’andare a collocare uno dei più grandi «villaggi della solidarietà» (leggasi campi nomadi) all’interno di un’oasi naturale a Castel Romano. Ma quello che accade a poca distanza, nel Parco naturale di Decima-Malafede, ha dell’incredibile. Discariche a cielo aperto, cumuli di rifiuti, baracche costruite accanto ad antichi casali, «favelas» come funghi perfino a poca distanza dal Comando delle Guardie del Parco. La situazione di totale degrado nella quale versa il grande «polmone» verde situato tra la via Laurentina e la via Pontina è stata denunciata da esposti e proteste degli abitanti dei quartieri vicini. E ora, grazie all’iniziativa del senatore di Forza Italia, Cosimo Ventucci, è approdata in Parlamento, con un’interrogazione rivolta al ministro degli Interni Giuliano Amato.
Il parlamentare azzurro, profondo conoscitore delle problematiche di quel territorio, per rafforzare il suo «atto ispettivo» ha realizzato un dossier fotografico che documenta la reale situazione di allarme e lo ha consegnato alla segreteria di palazzo Madama. «All’interno del Parco di Decima-Malafede, situato a pochissima distanza dall’Eur - scrive Ventucci -, presso il Casale della Perna, è alloggiato un Comando di Guardia-parco i cui agenti sono alquanto solerti nel far rispettare le norme, come è giusto che sia, anche nei confronti di quei residenti in zona che, dovendo fare lavori in casa, depositano materiali inquinando e deturpando l’ambiente». «La solerzia di queste Guardie del Parco - si legge nell’interrogazione - si spinge financo a intervenire per contestare a un agricoltore locale il taglio dei cardi o di qualche erba selvatica durante la sua attività agricola».

Date queste premesse, Ventucci chiede in base a quale norma del nostro ordinamento, «gruppi di cittadini stranieri continuano indisturbati a insediarsi nel parco, facendo scempio dello stesso, costruendo baracche di ogni genere, occupando case abbandonate, scaricando e accumulando rifiuti di ogni genere, senza che alcuna autorità intervenga per evitare lo spregio ambientale in un parco alle porte di Roma». L’esponente di Fi chiede infine «se le Guardie del Parco, le Guardie forestali, l’ente Roma Natura e i vigili urbani conoscono l’attuale situazione del Parco».

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