Marcello Zacché
da Milano
Forse a Bologna non se laspettavano. Ma la stroncatura più secca alloperazione con cui la Unipol punta a conquistare la Bnl è arrivata ieri dalla Cgil. O meglio dal suo segretario generale, Guglielmo Epifani, che richiesto di un commento in proposito ha detto: «LUnipol agisce secondo quanto ritiene utile per sé. Noi non eravamo e non siamo convinti che questa sia la soluzione migliore per Bnl». La compagnia, secondo Epifani, «si carica di troppi debiti per unazienda, la Bnl, che è in difficoltà da anni e ha bisogno di una grande banca internazionale per essere rilanciata». Tipo Banco di Bilbao, insomma.
Si consuma così lennesima divisione allinterno della sinistra su unoperazione che proprio negli ambienti diessini trova il suo habitat politico. Un giudizio negativo espresso dal numero uno del sindacato più «rosso» allindirizzo di Unipol equivale a sconfessare il progetto che la Legacoop porta avanti con lintento di condurre il movimento della cooperazione vicina ai Ds allinterno della grande finanza, dove fino a oggi è sempre rimasta fuori nonostante il forte peso esercitato sulleconomia. Non a caso lUnità di ieri ha parlato «di una ventata daria fresca nelle stanze chiuse della finanza tricolore». Ed è noto che loperazione ha avuto il pieno appoggio di Massimo DAlema e della direzione Ds.
Epifani si schiera invece allopposizione (un po come ha fatto il Montepaschi a Siena), forse per questioni «tecniche», legate al destino dei lavoratori di Bnl, forse per opportunità.
E la Cgil boccia il grande salto delle coop
Epifani: per Bnl non è questa la soluzione migliore. Ed è «scontro» con lex segretario Cofferati
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