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E in coda ecco il Rigoletto

«Un’opera fatta di personaggi orrendi, tutti disprezzabili, tranne la candida Gilda, che lontana dall'essere una bamboccia passiva, vive la sua maturazione di donna attraverso l’amore sensuale e paga con la stessa vita la colpa degli altri. Un'opera che inizia con il tema della maledizione, una maledizione spietata, che più o meno scoperta percorre lo spartito e che alla fine trionfa su tutto». Il regista Stefano Vizioli presenta così la nota opera verdiana che venerdì sera andrà in scena al Carlo Felice, con repliche fino a sabato 31.
Opera attesissima, soprattutto da quando la scorsa primavera era stata cancellata dal cartellone per problemi economici; ma anche perché «Rigoletto» è la classica opera di repertorio, un’opera che il pubblico ama da sempre, una storia che suscita ribrezzo, ma anche pietà e commozione per un padre gelosissimo e vittima della propria deformità, che alla fine annienta la sua unica ragione di vita. Un macigno del nostro melodramma ottocentesco.
E non solo Vizioli promette un grande spettacolo. Il direttore Carmine Pinto si dice entusiasta della realizzazione, delle masse artistiche del teatro e dei cast (addirittura tre compagnie per reggere alle dieci recite in programma) e annuncia una lettura che sia un giusto ed intelligente compromesso tra tradizione e validità drammaturgica. «Abbiamo fatto scelte artistiche ben precise - ha dichiarato - abbiamo mantenuto alcuni degli acuti più amati dal pubblico, abbiamo anche tagliato qualcosa. Ma sia chiaro: tutto quello che ha scritto Verdi è rimasto, abbiamo eliminato solo alcune convenzioni della tradizione (e non di Verdi) nate per soddisfare le esigenze muscolari o divistiche dell'uno e dell’altro interprete e che oggettivamente non servono, addirittura non rispettano il senso drammaturgico e musicale dell’opera.
La tradizione non può essere routine, e in questo senso credo che il nostro sia stato un lavoro intelligente, che darà a Rigoletto una veste leggermente nuova, ma senza dubbio rispettosa dell’idea registica e musicale dello stesso Verdi».

Cast giovanissimo, tra cui i primi interpreti Alberto Gazale (Rigoletto), Valter Borin (Duca di Mantova), Anna Skibinskij (Gilda), Enrico Iori (Sparafucile) Mabel Ledo (Maddalena). Allestimento della Fondazione Teatro Regio di Parma.

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