"E' un errore dire no adesso. Le sue sono scelte politiche"

Polverini (Ugl): "Bisogna approfittare delle aperture di imprese e governo, certi meccanismi sono fermi dal 1993"

"E' un errore dire no adesso. Le sue sono scelte politiche"

Roma - L’Ugl non è un sindacato «nemico» della Cgil. Al contrario, l’Unione generale del lavoro, che è vicina alla destra, è spesso andata a braccetto con la Confederazione di Corso d’Italia. E uno degli argomenti di massima sintonia era proprio la riforma dei contratti. Ma questa volta Renata Polverini è convinta che Guglielmo Epifani stia perdendo un’occasione importante. Le chiediamo cosa pensa delle novità mentre sta facendo la spesa al supermercato («Sono questi - spiega- gli incovenienti di essere segretario generale e donna»).

Quelle che Confindustria ha fatto a Cgil, Cisl e Uil sono aperture vere?
«Sì, mi pare che ci siano stati dei passi in avanti significativi, ad esempio sul calcolo dell’inflazione importata».

Quindi lei, che con Confindustria ha una sua trattativa, non considera chiusi i giochi come Epifani?
«No, non credo sia utile per i lavoratori dire che la trattativa vada chiusa proprio adesso che Confindustria si è mostrata disponibile e che ci sono le condizioni per cambiare un sistema di contratti che, bisogna ricordarlo, è del 1993. Anche un non esperto capisce che non è più attuale. E tutti capiscono che qui in Italia c’è qualcosa che non va, visto che abbiamo i salari più bassi di tutta l’Europa, quello in vigore è un sistema che non riesce a dare risposte e non bisogna rinunciare a distribuire maggiori quote di ricchezza tra i lavoratori».

Voi però avete sempre difeso il contratto nazionale.
«Noi siamo convinti che si debba mantenere un forte impianto nazionale, ma che poi si debba fare leva il più possibile sul secondo livello per distribuire la produttività. Però abbiamo individuato un percorso un po’ diverso rispetto agli altri. Vogliamo rafforzare la contrattazione aziendale oppure, in alternativa, quella di filiera, di rete o di consorzio più che quella territoriale».

E ora ci sono le condizioni per cambiare?
«Sì ora sarebbe il momento opportuno vista la disponibilità del governo ad usare la leva fiscale». Con la detassazione degli straordinari? «La leva fiscale potrebbe essere utilizzata anche per incentivare altre voci del secondo livello contrattuale».

Veniamo ai rapporti tra i sindacati. Lei vorrebbe che il tavolo principale, quello nel quale ora sono rappresentati solo Cgil, Cisl E Uil, includesse anche altri sindacati...
«Sarebbe utile portarci tutti i soggetti interessati. Noi abbiamo un nostro negoziato, ma ci sono anche altre controparti interessate alla riforma che sarebbe utile includere, penso ad esempio a Confcommercio».

Lei pensa che gli altri sindacati siano disponibili ad accettare al tavolo l’Ugl?
«Bonanni (il segretario della Cisl, ndr) ha parlato di altri confederali e credo si riferisse anche a noi».

Come credenziali porterete il precedente della trattativa su Alitalia, che vi ha alleati di Cisl e Uil?
«Quello di Alitalia è uno dei momenti più significativi degli ultimi anni. Io oggi sono convinta più che mai che l’Ugl, insieme a Cisl e Uil, abbia contribuito alla conclusione del negoziato con tutte le nove sigle».

Lei ha sempre avuto un ottimo rapporto con la Cgil. Come giudica le ultime mosse di Epifani?
«Io riconosco alla Cgil di essere un grande sindacato, con un ruolo importante nella storia del lavoro. E mi spiace notare che oggi, in un momento in cui il sindacato è in crisi di credibilità, la Cgil non dà risposte adeguate. È un errore. Poi non si può non approfittare di un governo che vuole far pagare meno tasse ai lavoratori. Del sindacato c’è ancora bisogno, ma non si può chiudere a prescindere al confronto».

Anche lei pensa che Epifani si stia muovendo secondo una logica politica?
«Con il senno del poi e rileggendo con più serenità i giorni di Alitalia mi pare che le posizioni della Cgil siano andate di pari passo con quelle di alcuni rappresentanti politici. Vorrei proprio sbagliarmi».

Lei non fece sconti al governo di centrodestra.


«Io ho fatto sei scioperi generali quando c’era il governo di centrodestra e anche con quelli di centrosinistra ho cercato solo di rappresentare gli interessi degli iscritti all’Ugl. Se uno sceglie di negoziare non può fare che questo».

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