E il fortino rosso si è risvegliato lumbard

nostro inviato a Fusignano (Ravenna)

Il raccolto non promette niente di buono da queste parti. È sempre rosso, ovvio. Ma è di un rosso sbiadito. Che fa presagire tempi grami. Diciamo che adesso, dopo la tornata elettorale dello scorso fine settimana, il colore che va di moda, sorprendentemente di moda, è il verde. Il verde Lega.
Di una Lega che si è materializzata nell’urna (24,31 per cento dei voti a Conselice, 26,79 a Fusignano). Il fatto è che qui, nella terra delle cooperative rosse e dei pomodori verdi, la Lega non c’è. O almeno c’è saltuariamente. Sospesa nell’aria rarefatta della prima afa, quando Gianluca Pini, dinamico e infaticabile ambasciatore di Bossi nella Bassa Romagna, si mette a saltellare da Forlì a Cesena, a Ravenna. Ma Pini non è ubiquo né onnipotente (e così impegnato a festeggiare che non trova il tempo di rispondere nemmeno a una delle nostre mille telefonate). «Pero è un tipo in gamba», confida Arrigo Sacchi, che di Fusignano è il cittadino più noto al mondo. Da una decina d’anni è cambiata la Fusignano dove il mister dai tratti gentili amava andare in giro in bicicletta. Basta guardarsi attorno e ci si accorge che il cemento, troppo cemento ha tagliato a fettine sempre più sottili la campagna. «Che qui - dice ancora Sacchi - era il primo patrimonio di tutti, il simbolo di una vita diversa». Del resto basta infilarsi sotto i portici di corso Emaldi, nel centro dell’ombelico, e giocare a scommettere chi si incontrerà dietro la prima colonna. Perché, su 8.000 e qualcosa abitanti, oramai gli immigrati extracomunitari sono oltre millecinquecento. Almeno quelli ufficiali. Poi ci sono i parenti, gli amici e gli amici degli amici, che, si sa, è difficile censire.
Qui come a Conselice, come a Massa Lombarda, soprannominata «Massa Marocco», per ragioni facilmente intuibili, dove gli anziani, che parlano solo dialetto, non sanno più con chi parlare. «Dunque - chiede mister Arrigo - lei vuole che l’aiuti a capire il successo della Lega a Fusignano? Semplice: perché siamo in Romagna e i romagnoli non conoscono vie di mezzo. Passano da un estremo all’altro. E quando decidono, decidono. È vero, qui da noi ha rivinto il sindaco del Pd, ma, nonostante il suo 70 per cento che farebbe la felicità altrove, questa volta ha perso, mi pare quattro o cinque punti. Ecco, questo è il segnale. Uno dei segnali che, poi, fanno il mix per interpretare questi cambiamenti. La gente di queste zone non si accontenta più della solita politica. Vuole tranquillità, vuole sicurezza. Vuole che i propri diritti siano considerati almeno alla pari dei diritti dei nuovi abitanti di queste terre, gli immigrati. Io lo conosco bene il sindaco Mirco Bagnari. Ci conosciamo tutti a Fusignano, come tutti in tutti i paesini della Bassa Romagna ci si conosce. Ma conoscersi e bere un bicchiere assieme non basta più. Se vuoi amministrare bene devi parlare un linguaggio nuovo, e devi mostrarti deciso. Al romagnolo piace la gente decisionista. Se tentenni perdi voti. Quindi ribadisco: l’inatteso successo della Lega da queste parti nasce da un mix di sensazioni, di aspettative che vengono disattese, dalla necessità di ricordare a chi governa localmente che prima di tutto vengono il rispetto e le priorità di chi in quelle terre ci abita da sempre. Io a Fusignano ci vengo di tanto in tanto, oramai. Ma quando arrivo mi pongo la stessa domanda che qui si pongono in molti. Qui non c’è la stazione ferroviaria, l’autostrada dista quindici chilometri e, nonostante ciò, siamo stati presi d’assalto da un’immigrazione sostenuta che qui ha trovato condizioni favorevoli, agevolazioni, incentivi».
Agevolazioni, incentivi e priorità usurpate sono le sabbie mobili in cui si sono impantanate anche altre amministrazioni rosso sbiadito dei dintorni. A Massa Lombarda Linda Errani, nipote del più celebre Vasco, ha vinto ancora, vero, ma è riuscita a dilapidare, nell’arco di due mandati nelle mani del Pd, ben diciassette punti di percentuale. A Conselice il Pd, sempre vero, resta il primo partito, ma è precipitato del 20 per cento. Sarà perché Massa Marocco come Conselice, come altri puntini rossastri, sparsi nella Bassa Romagna, hanno fatto in Comune scelte non proprio azzeccate. Tipo offrire o avere offerto corsie privilegiate agli immigrati per le assegnazioni degli alloggi popolari e dei posti negli asili. Converrete che non è carino chiamarsi per esempio Vasco, e trovarsi sempre e comunque davanti Abdul.

E poi certe pruderie esagerate, tipo non fare il presepio o non mettere la carne di maiale nelle mense scolastiche per non disturbare la sensibilità dei bimbetti musulmani e delle loro famiglie. Tutte cose indigeste, diciamolo, ma che sono state il pasto migliore per svezzare la Lega.

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