Berlino. Manifesti e magliette con il volto sorridente del Papa, bandierine con i colori della Santa Sede, bottigliette con lacqua benedetta, cartoline con la casa dove nacque Joseph Ratzinger, rosai, candeline, ombrellini, cappellini, tazze, tazzine e boccali da birra con sopra stampata limmagine del Santo Padre. Chi vuole un ricordo tangibile della visita in Baviera di Benedetto XVI non ha che limbarazzo della scelta. Lindustria dei souvenir ha fatto le cose in grande per accontentare fedeli o semplici collezionisti di gadget. E questa volta con la benedizione delle stesse autorità ecclesiastiche della tradizionalissima Baviera scese a patti con la rischiosa realtà del marketing un po per evitare cadute di gusto e un po per bisogno di soldi.
La visita del Papa nella sua terra natale costa. Si parla di venti milioni di euro. In parte saranno pagati dal Land della Baviera ma una parte è a carico delle diocesi locali che per reperire i fondi hanno deciso di ricorrere ai modelli già collaudati in occasione di avvenimenti più terreni, come i mondiali di calcio o lincoronazione di sovrani, dove tra le tante fonti di finanziamento cè anche il mercato dei gadget.
A coordinare loperazione è monsignor Müller, vescovo di Ratisbona, la diocesi che comprende Markt am Inn, il villaggio dove nacque Joseph Ratzinger. Ovviamente non è la diocesi a produrre e a commercializzare i souvenir: la diocesi ha solo concesso il proprio logo stampato sugli oggettini che ricordano la visita. Al resto ci pensa una ditta specializzata, la Sixsigma, che versa poi il ricavato alle autorità ecclesiastiche. Business ist business. Dodici euro una T-shirt, cinque una bandiera bianca e gialla del Vaticano, sei una bottiglia di acqua benedetta, due una cartolina con il Papa.
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