da Detroit
In America sport e spettacolo non sempre vanno daccordo. Almeno nel Superbowl, la finale-evento del campionato di football americano giocata mercoledì a Detroit . Due anni fa le polemiche per la tetta galeotta di Janet Jackson, mostrata in diretta a 140 milioni di telespettatori americani seduti sul divano con popcorn e coca cola per un «malfunzionamento del reggiseno», come recita la versione ufficiale. Stavolta la censura ai testi dei Rolling Stones, superospiti nellintervallo della partita.
Dopo i guai provocati dalla sorellina di Michael Jackson (migliaia di telefonate di spettatori indignati, apertura di uninchiesta federale)la Tv Abc si è cautelata dalle sorprese, proponendo incontro e concerto con cinque secondi di differita. Per la serie niente sesso sono state censurate le parole osé di due brani della band di Jagger. Sul verso finale di Start me up (che dice «faresti piangere un uomo maturo, faresti godere un morto»), laudio è stato bruscamente abbassato dai tecnici e lo stesso è stato per i doppi sensi tra galletti e pollastre in Rough justice. Solo la storica Satisfaction, la canzone più provocatoria del lotto (che tanto sconvolse il mondo negli anni Sessanta) è passata in versione integrale e Jagger ha sarcasticamente commentato: «Questo brano avrebbe potuto aprire la prima edizione del Superbowl»: quella di mercoledì era la quarantesima. Non è ancora chiaro se la censura sia stata concordata con gli Stones, o sia frutto dello zelo di dirigenti troppo nervosi. Non si scherza quando uno spot di 30 secondi conta due milioni e mezzo di dollari, anche se uno spot a sfondo sessuale cè stato. Proprio la parodia dellincidente a Janet Jackson; una modella perde una spallina del reggiseno davanti a una commissione che sta indagando sullincidente a Janet facendo morire dinfarto un parlamentare.
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