Esistono molti buoni motivi per andare in vacanza, specialmente d'estate, ma altrettanti per evitare con cura di andarci. C'è gente (non so quanta) che fa lavori pesanti per tutto l'anno ed è normale che per 11 mesi coltivi il desiderio di fermarsi. Poiché di solito coloro che svolgono mansioni manuali, le più faticose, sono i meno retribuiti, ovvio che abitino in periferia, occupando appartamenti piccoli e modesti, poco ospitali. Pertanto essi sentono l'esigenza di allontanarsi dall'abituale residenza allo scopo di rilassarsi.
Si sa, trascorrere le ferie in un bilocale al sesto piano di un casermone non è una bella cosa. Si dà però il caso che le famiglie di operai e impiegati, le meno abbienti, non abbiano le disponibilità per recarsi in rinomati luoghi di villeggiatura e siano costrette a ripiegare su località di poco pregio: pensioni a tariffe basse, praticamente schifezze simili a quelle da cui intendono fuggire. Domanda mica tanto retorica: vale la pena di lasciare un tugurio a Milano (il cui affitto bisogna comunque versarlo benché momentaneamente ci si trasferisca altrove) onde recarsi in un altro tugurio analogo, con l'aggravante di caricarsi di un onere supplementare?
È un bel dilemma. Qualcuno obietterà che a Viserbella o a Lignano Sabbiadoro c'è il mare, anziché il Lambro, ma trattasi di vantaggio relativo. In agosto, per conquistarsi un metro quadrato di spiaggia e un ombrellone, occorre intrupparsi nella folla, combattere e, per sovrammercato, sganciare al gestore del bagno un pacco di soldi. Poi, scusate: che senso ha uscire da un condominio-alveare della Bovisa per finire in uno stabilimento balneare parimenti intasato di essere umani, per giunta ignudi o quasi e, di conseguenza, abbastanza ributtanti? Non credo sia una scelta saggia.
Tuttavia, quando arriva la stagione delle ferie la massa non resiste (essendosi dimenticata delle sofferenze patite l'anno precedente) alla tentazione di caricare la macchina di cianfrusaglie e partire. Meta? Hotel Vattelapesca, litorale adriatico. Non c'è nulla che attiri maggiormente dei disagi di una vacanza povera. Non abbiamo la forza di sconsigliare simile esperienza a chi l'ha già fatta, però non possiamo esimerci dall'osservare che, forse, è preferibile qualche gita serale lungo la Martesana, ricca di osterie accoglienti, piuttosto di avventure strazianti sulle battigie popolari. Indubbiamente, la Martesana comporta il rischio di essere sbranati dalle zanzare. Un rimedio c'è: la vitamina B che rende repellente (per i suddetti insetti) il sangue umano.
Ciò che maggiormente irrita è un fatto: gli abbienti, coloro i quali svolgono professioni redditizie e di regola poco impegnative sotto il profilo muscolare, hanno invece la possibilità di ricaricare le pile, tutt'altro che a terra, nelle migliori zone turistiche d'Italia e del mondo, dimorando in alberghi di lusso, riveriti e coccolati, e chissenefrega se la spesa per il soggiorno supera il reddito annuale di un manovale.
Cosicché si crea una situazione assurda, un controsenso: chi si è sderenato nei cantieri edili per un anno, si sderena anche durante le vacanze, sopportando scomodità infernali per mettere un piede in mare, lui e la sua famiglia; mentre i signori, che non avrebbero necessità di ristorarsi perché non fanno mai nulla di spossante, si godono pure una villeggiatura alla grande, costi quel che costi.
Intendiamoci, questo non è un discorso comunista. È la semplice constatazione della realtà. Che porta a una conclusione. Le ferie sono un diritto inalienabile. Però sarebbe opportuno non concentrarle per tutti in agosto, come avviene in vari altri Paesi. Anche in vacanza meno siamo e meglio stiamo. Scaglionare per non scoglionarsi.
Per quel che mi riguarda, non mi muovo mai dalla città dove campo, se non raramente e non per distrarmi. Sapete perché? Sono sempre distratto. In altre parole, non faccio un tubo tutto l'anno e non sento l'esigenza di rifiatare. Inoltre per annoiarmi non sono obbligato a viaggiare, ce la faccio agevolmente anche a casa.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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