Cambridge - È morto Beniamino Placido. Il giornalista de la Repubblica, critico letterario e televisivo, è scomparso a Cambridge all’età di 81 anni. Si è spento nella notte in casa sua a seguito di una crisi respiratoria. Si era trasferito lì negli ultimi mesi per essere vicino alla figlia Barbara, che era con lui anche nel momento del decesso. Il maestro del costume italiano, era nato a Rionero in Vulture nel 1929 ed era malato da tempo.
Cultura popolare e letteratura Maestro dello scrivere brillante, con Placido scompare una delle penne più vivaci ed inventive della critica italiana, soprattutto televisiva ma non solo, per il suo saper spaziare tra cultura popolare e letteratura senza perdere lo sguardo lucido.
Intellettuale del Sud Beniamino Placido era un "intellettuale del sud", proprio come lo definisce il cugino attore e regista Michele, uno di quelli che pur partendo da un’estrazione contadina ce l’aveva fatta diventando famoso poi più come rivoluzionario critico tv che per i suoi approfonditi studi di letteratura angloamericana (di cui aveva, tra l’altro, la cattedra a La Sapienza di Roma).
I viaggi negli Usa Arrivato a Roma con la carica di consigliere parlamentare della Camera dei deputati, ottiene l’ufficio di segreteria della Commissione agricoltura. Anche grazie a questo ruolo va spesso negli Usa, ma studia più che il sistema finanziario internazionale, la letteratura angloamericana di cui diventa subito un grande esperto.
Il successo e i libri Ma il successo del grande pubblico gli arriva più tardi e per la sua capacità tutta personale di fare critiche tv originali e colte. Critiche che diventano anche libri. Ovvero: "Tre divertimenti", "Variazioni sul tema dei Promessi Sposi, di Pinocchio, e di Orazio" (1990) e "La televisione col cagnolino 1993", in cui un racconto di Anton Cechov diventa spunto per riflettere sulla tv.
Cinema e tv Appassionato di calcio, oltre a apparire in video in alcuni programmi come "16 e 35" (1978); "Serata Garibaldi (1982) ed
"Eppur si muove" (1994) era stato anche utilizzato nel cinema come attore sempre in film di un certo impegno come "Porci con le ali" e, nel ruolo del critico teatrale, nel film di Nanni Moretti "Io sono un autarchico".
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