Aiutare lintegrazione degli stranieri, scongiurarne la ghettizzazione e allo stesso tempo non penalizzare gli italiani.
Tre obiettivi da centrare con una mossa sola, per il Comune di Novara, che con il suo sindaco leghista Massimo Giordano ha deciso di dare una sterzata al mondo della scuola, almeno a livello cittadino. Potenziando i corsi di italiano, magari con laiuto di mediatori culturali, in quelle classi dove ci sono molti bimbi di origine diversa da quella italiana. Oppure ripartendo la composizione stessa delle classi, in modo che non ci siano concentrazioni eccessive solo in alcune determinate scuole.
Allinizio dellestate, il primo cittadino e alcuni assessori hanno incontrato i dirigenti scolastici e hanno cercato di mettere a fuoco un punto fondamentale nel mondo dellistruzione dei nostri tempi: non è possibile portare avanti un programma efficace allinterno di una classe quando parte degli studenti non imparano perché non hanno voglia di fare i compiti, mentre altri hanno un ostacolo ben più alto da superare, quello della lingua, che rischia di diventare un muro invalicabile se qualcuno non li aiuta.
Con esiti negativi non solo per gli stessi stranieri (per i quali il gap diventerà sempre più incolmabile con il passare del tempo), ma anche per gli stessi alunni italiani, che si troveranno a dover procedere a passo rallentato. È proprio per liberarli da questa zavorra, ma allo stesso tempo per sostenere i nuovi arrivati da altri Paesi, che il sindaco novarese è sceso in campo in prima persona: «Siamo partiti da un dato essenzialmente numerico - spiega Giordano - e cioè che in alcune scuole di Novara la concentrazione di studenti stranieri in una classe supera il 50-60 per cento. E visto che la scuola è la prima frontiera dellintegrazione per chi si trova a inserirsi in una nuova comunità, ecco che non aiutare questi bambini rischia di essere linizio della ghettizzazione. È un problema che va governato con grande attenzione».
Da qui, la riunione con tutti i dirigenti scolastici interessati. «Proprio da loro è emerso il segnale di una difficoltà e la proposta di rinforzare lofferta formativa con alcuni corsi di italiano. In ogni caso, la promessa è stata quella di rivederci dopo lestate. Ai dirigenti scolastici il compito di proporre idee e progetti. A noi il compito di metterli in pratica e di trovare i fondi necessari per farlo».
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