E ora anche Vauro spara su Brunetta

L’unanime solidarietà a Renato Brunetta ha cominciato a incrinarsi ieri verso sera, giusto in tempo per mandare in onda, su Radio 24, l’intervento del celebre Vauro. A «La zanzara» il vignettista del manifesto e di Annozero ha cominciato il suo intervento stando ben allineato al collettivo mea culpa del mondo della satira della sinistra, e ha definito «sgradevole» il disegno pubblicato il giorno prima su Emme, l’inserto dell’Unità: un folle che impugna la pistola per far fuori il ministro della Pubblica amministrazione.
Ci sarebbe già da discutere se «sgradevole» è un aggettivo appropriato: «sgradevole» va bene per un formaggio andato a male o per la forfora sulla giacca, non per una rivoltellata nella testa. Comunque. Assolto il compito di prendere le distanze dalla vignetta, Vauro è partito con una tirata il cui succo è il seguente: si va be’ ma in fondo questo Brunetta che cavolo vuole? Il conduttore, il bravissimo Giuseppe Cruciani, gli ha fatto presente che Brunetta vive sotto scorta da venticinque anni, anche perché chi si è occupato di riforma del lavoro prima di lui è finito sotto terra per mano delle Brigate rosse. E che cosa volete che sia. «Ma guardi», ha risposto Vauro, «che in Italia sotto scorta c’è quasi chiunque. Il fatto che uno sia sotto scorta non vuole dire niente». Forse, ha obiettato Cruciani, vuol dire che il ministero sa che c’è un pericolo serio. «Ma che cosa ha fatto Brunetta negli ultimi venticinque anni per avere una protezione? Ma lo sa che ci sono ex ministri di cui non ricordiamo neppure il nome che hanno la scorta?». Io sì, ha poi detto Vauro: «Io sono stato minacciato più volte, al manifesto hanno messo pure una bomba, però la scorta non ce l’ho. Brunetta? Non mi sembra che sia nel mirino di nessuno». Cruciani ha cercato di farlo ragionare, ma Vauro andava come un treno: «Non so che cosa abbia fatto di tanto grave Brunetta per essere sotto scorta. Ma purtroppo in Italia le scorte abbondano».

E il gran finale: «Tutti questi signori sono già iper-protetti: che poi facciano anche le vittime, mi sembra eccessivo». E non si lamentassero delle vignette-killer, insomma. Cruciani è infine riuscito a farlo smettere. Altrimenti erano già pronti gli infermieri, quelli del reparto Vauro-deliri.
Michele Brambilla

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