E ora cominciano a saltare anche i saloni

La crisi in cui è piombato il settore automobilistico ha cominciato a intaccare il mondo delle rassegne espositive. È allarme rosso, dunque, tra gli organizzatori dei saloni dopo che, proprio a causa della crisi, alcune vetrine internazionali quest’anno non si svolgeranno. Tra queste c’è il Transpotec Logitec, dedicato ai veicoli industriali, commerciali e alla logistica, previsto ai primi di maggio nel polo fieristico di Milano-Rho. Cancellati anche il Salone internazionale del trasporto di Amsterdam, del prossimo ottobre, e l’Auto Show di Bucarest, che si sarebbe dovuto tenere nello stesso mese. A forte rischio, in questo momento, è il Barcellona International Motor Show, programmato nel centro fieristico della metropoli catalana il 7 maggio. Costruttori del calibro di General Motors - quindi Opel, Saab e Chevrolet - Nissan e Psa, cioè Peugeot e Citroën, hanno fatto sapere di non aderire all’iniziativa mettendo così in ginocchio l’organizzazione. E ancora le grandi malate Gm e Chrysler, con i loro «no» al prossimo Tokio Motor Show, hanno fatto vacillare nelle scorse settimane questa rassegna, tra l’altro molto costosa e orientata a un mercato, quello giapponese, saldamente nelle mani dei produttori locali. Il Salone, comunque, dovrebbe svolgersi regolarmente nell’ultima decade di ottobre.
«Un quadro preciso della situazione generale - interviene Giada Michetti, amministratore delegato di Promotor International, gruppo che organizza l’annuale Motor Show di Bologna - si avrà dopo il primo trimestre. La case costruttrici, infatti, solo alla fine di marzo faranno il punto sui rispettivi budget. Per quanto ci riguarda, pur prevedendo una contrazione degli spazi e scenografie ridotte al minimo, restiamo prudentemente alla finestra. A dicembre, però, la situazione potrebbe non essere più quella attuale, in virtù degli auspicati primi segnali di inversione della tendenza. A giocare a nostro favore è l’unicità del Motor Show che, rispetto alle altre rassegne, non è solo un’esposizione di modelli ma, da sempre, lega all’evento iniziative come test drive, gare e spettacoli. A rassicuraci è poi Gl events, società a cui apparteniamo e la cui solidità rappresenta una garanzia».
Un primo assaggio del clima di austerity è arrivato all’inizio del mese dall’Auto Show di Detroit dove, al di là delle numerose assenze, le case hanno ridotto al minimo le spese: quindi, stand spartani, assenza di spettacoli e banchetti riservati alla stampa «pane e acqua», o quasi. La stessa filosofia dovrebbe caratterizzare l’Expo di Ginevra, a marzo, che con Parigi e Francoforte è considerato l’appuntamento a cui non si può mancare.
«Una crisi del genere non l’ho mai vissuta - osserva Carlo Sinceri, presidente di Oica, l’organizzazione internazionale che certifica i saloni automobilistici e dei trasporti -; le case stanno tagliando tutti i costi e di mezzo sono finite anche le rassegne.

In questo caso, però, a subire i veri danni non è il mercato, ma il settore espositivo. I costi non sono indifferenti. Per partecipare a un’esposizione un produttore spende più di un milione. Solo dalla tarda primavera potremo avere un quadro più chiaro».

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