E al Papa dice: «Intervenite di più»

da Roma

È arrivato con qualche minuto di ritardo e durante i colloqui con Benedetto XVI e poi con il cardinale segretario di Stato ha detto ad entrambi che la Chiesa in Francia deve «essere più coraggiosa» nell’intervenire pubblicamente. Nicolas Sarkozy è apparso sicuro di se stesso e per nulla emozionato varcando il portone – a lui già noto – del palazzo apostolico. L’udienza con Ratzinger, e il successivo incontro con il suo «primo ministro» Bertone, sono andati decisamente bene. Con il Papa, Sarko è rimasto a tu per tu, senza interpreti, per venticinque minuti. «Signor presidente, è il benvenuto» ha detto il Pontefice accogliendo il capo di Stato francese nella Sala del Tronetto, prima di introdurlo nella Biblioteca. «Grazie di ricevermi», ha risposto il presidente. «È facile, il francese è simile all’italiano» ha esordito Ratzinger, riscuotendo i complimenti dell’interlocutore: «Parla un francese ammirevole. È molto commovente essere ricevuto da lei».
Sarko si è presentato come il paladino delle religioni, ha ribadito l’importanza del ruolo pubblico della fede, si è mostrato portatore di un concetto diverso di laicità rispetto a quello del predecessore.
«I cordiali colloqui – recita il comunicato diramato ieri dalla sala stampa della Santa Sede – hanno permesso di passare in rassegna alcuni temi di comune interesse riguardanti l’attuale situazione del Paese, evocando i buoni rapporti esistenti tra la Chiesa cattolica e la Repubblica francese, nonché il ruolo delle religioni, in specie della Chiesa cattolica, nel mondo. Particolare attenzione è stata dedicata alla situazione internazionale, con riferimento al futuro dell’Europa, i conflitti in Medio Oriente, i problemi sociali e politici di alcuni Paesi africani e il dramma degli ostaggi».
Sul ruolo della Chiesa in Francia e in Europa, la Santa Sede ha ribadito l’interesse a far crescere il proprio contributo nel dibattito sui valori etici e sull’identità del Vecchio Continente. Sarkozy, ha detto sia al Papa che a Bertone che la Chiesa d’Oltralpe dovrebbe essere più coraggiosa e intervenire di più. Si è dunque presentato molto determinato nel riconoscere il ruolo anche pubblico della fede religiosa in una società come quella francese che vive una crisi di valori.
Si è parlato del futuro dell’Europa dopo il trattato di Lisbona ed è stata apprezzata l’opera che Sarko sta facendo per ricucire il rapporto con gli Stati Uniti. Per quanto riguarda il Medio Oriente, è stata in particolare toccata nel colloquio la situazione del Libano e la necessità di arrivare quanto prima a celebrare le elezioni presidenziali, continuamente rinviate anche a causa del crescente clima di terrore e di attentati.
«Il colloquio con il Papa è stato molto importante per me, abbiamo parlato della situazione internazionale e della vocazione del Pontefice come portatore di pace e riconciliazione. La questione spirituale del senso della vita mi interessa molto – ha poi dichiarato l’inquilino dell’Eliseo conversando con i giornalisti – amo parlare di queste cose con uomini di grande fede, di qualsiasi religione.

Io mi sento della famiglia cattolica». Sarko ha spiegato di aver accettato il titolo di canonico onorario del Laterano perché vuole «interpretare la modernità della Francia attraverso la tradizione, e questa del canonicato è una tradizione antica e forte».

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