Marianna Bartoccelli
da Roma
Suona come una novità lintervento del vicepresidente del Csm, Virginio Rognoni, in occasione dellapertura dellanno giudiziario. Perché oltre a ribadire le critiche solite contro il governo e il ministro Castelli, Rognoni punta il dito anche contro «le correnti interne al Csm», che finiscono per condizionare lattività del Consiglio. «Le logiche correntizie - ribadisce il numero due del Csm - impongono pause, frenate e mediazioni faticose, ben al di là del pur necessario confronto». E chiarisce come il suo atto di accusa non è nei confronti dellassociazionismo dei magistrati ma verso quel «puntiglioso proselitismo delle correnti, in vista del confronto elettorale che finisce per nuocere seriamente allandamento spedito delle procedure». Ma queste critiche non giustificano secondo Rognoni le proposte del ministro Castelli di un organo indipendente che si occupi di disciplina verso i magistrati: «Il Csm è un attento tutore del prestigio della magistratura». Per il resto lintervento del vicepresidente dellorgano di autogoverno dei magistrati ricalca quello del presidente Marvulli e ribadisce che il vero problema della giustizia continua a essere quello della durata del processo. Problema che non è mai stato affrontato, replica, «seriamente e di petto dal Parlamento e dal governo». LAnm, che oggi non sarà presente alle inaugurazioni delle varie Corti dappello per protesta contro il governo e le leggi approvate, definisce la relazione «completa e di spessore» e ne condivide anche la parte relativa al «protagonismo» dei magistrati. «Che è legata al tema della professionalità», aggiunge Ciro Riviezzi, presidente del sindacato delle toghe. In sintonia con lAnm le reazioni del centrosinistra. Massimo Brutti, responsabile giustizia Ds,evidenzia la parte della relazione che critica le norme di legge approvate dallattuale Parlamento, mentre Giuliano Pisapia di Rifondazione definisce la relazione «spietata ma aderente alla realtà». In dissenso con il presidente Marvulli invece lUcpi. Per i penalisti infatti il taglio dellintervento si connota con le critiche «sulleccesso di garanzie nel processo penale». E anche se la cerimonia è «giustamente cambiata», ci sono state ancora «significative censure» sui «condizionamenti correntizi che fino ad oggi hanno inficiato la verifica della professionalità dei magistrati». Per il responsabile giustizia di Forza Italia, Giuseppe Gargani, si tratta di una relazione «coraggiosa ma anche pedissequa».
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