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E la Severino dichiara guerra alla corruzione tra privati

E la Severino dichiara guerra alla corruzione tra privati

RomaUn nuovo reato per la corruzione tra privati, riforma del falso in bilancio, intervento sui tempi della prescrizione. Paola Severino parla dell’impegno del governo per combattere il fenomeno scoperchiato venti anni fa da Tangentopoli, che ha assunto forme diverse, ma non meno preoccupanti di una volta. La ministra della Giustizia risponde a Lucia Annunziata, nel programma di Raitre In mezz’ora. Annuncia l’intenzione di aumentare le pene per corruzione, anche se ancora si deve decidere se si farà con un maxiemendamento al ddl anticorruzione o con una proposta in Commissione giustizia.
La Severino spiega che negli anni ’90 la corruzione era legata soprattutto al finanziamento illecito ai partiti, poi «è cambiata la legge e il fenomeno è scemato, per poi riprendere piede». Oggi è «dilagante, ma su presupposti diversi»: riguardo ai partiti, i reati possono essere appropriazione indebita nel proprio interesse, come nel caso dell’ex tesoriere della Margherita, Luigi Lusi. «La corruzione - dice la Guardasigilli - si è spostata all’interno della Pubblica amministrazione, con passaggi di denaro e tangenti. Lì bisogna intervenire».
Tra gli emendamenti al ddl anticorruzione c’è anche quello dell’Idv sul falso in bilancio e la ministra assicura che sarà affrontato il problema. Ma avverte: «Il governo dovrà esprimere un suo parere. Le soluzioni sono tante ma dovranno essere equilibrate, perché un totale ritorno al passato darebbe sicuramente qualche problema».
Sempre su questa linea il governo vuole introdurre nel codice penale il reato di corruzione tra privati, un fenomeno da combattere «con severità», per la Severino.
E non dev’essere «un tabù» intervenire sui tempi della prescrizione, rivedendo la legge Cirielli. Ma la Guardasigilli aggiunge che, al tempo stesso, serve un intervento per garantire tempi certi al processo. La proposta del vicepresidente del Csm, Michele Vietti, sull’interruzione della prescrizione all’inizio del processo, spiega, «è una parte della soluzione, l’altra è garantire il diritto del cittadino di essere dichiarato innocente, se è innocente, in tempi ragionevoli».
Niente tabù anche sul conflitto d’interessi: «Se ci sarà la necessità e il tempo», dice il ministro, si può ragionare su un intervento. Ma nella squadra del governo Monti, per la Severino, non ci sono casi di conflitto del genere.
Quanto alla responsabilità civile diretta dei magistrati, introdotta alla Camera con un emendamento della Lega appoggiato dal Pdl, la Severino mostra ottimismo: al Senato i partiti si convinceranno della necessità di modificare la norma.
Capitolo Lodo Alfano. Per la Guardasigilli l’immunità «dev’essere pensata a tutela delle opinioni espresse nell’esercizio delle proprie funzioni, ma per lo svolgimento di attività private ciascuno deve rispondere di ciò che fa sempre e comunque, sia che faccia il politico che l’uomo di governo che il pubblico amministratore».
Silvio Berlusconi è perseguitato dai magistrati? Di fronte alla domanda, la ministra preferisce svicolare: «Non ho elementi per valutare se ci sia stata persecuzione giudiziaria o, piuttosto, un accumulo di procedimenti».


E le «toghe rosse», esistono? Anche qui la Severino, avvocato ai tempi di Tangentopoli, è cauta: «Dal punto di vista strettamente giudiziario, non ne ho avuto percezione. Se poi a monte qualcosa è ispirato politicamente, è un altro discorso».

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