E a sorpresa anche Londra dà una stretta

da Milano

Alla vigilia, solo 7 dei 46 economisti interpellati dalla Reuters avevano previsto la mossa. Ha quindi sorpreso quasi tutti la decisione con cui ieri la Banca d’Inghilterra ha alzato i tassi dal 4,50 al 4,75%, provocando un’immediata impennata della sterlina, salita dello 0,6% nei confronti del dollaro, a quota 1,8879. Il comunicato dell’Istituto centrale britannico ha motivato il rialzo sulla base dell’attuale scenario di crescita sostenuta e di inflazione che già viaggia mezzo punto sopra l’obiettivo del 2% e che per il momento resterà elevata. Secondo alcuni economisti, anche dopo l’intervento di ieri restano ancora margini di manovra per ulteriori strette al costo del denaro entro la fine dell’anno.

Quanto all’evoluzione della politica monetaria americana, giovedì prossimo si riunirà la Federal reserve, e al momento i mercati prezzano solo il 40% di possibilità che Ben Bernanke alzi il costo del denaro. Una pausa che sarebbe giustificata dal rallentamento in atto dell’economia, confermato anche dagli ultimi deludenti dati congiunturali relativi all’indice manifatturiero e agli ordini alle imprese.

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