Roma

«E sulla sanità il fallimento di Marrazzo è totale»

Antonella Aldrighetti

La linea di demarcazione tra i buoni propositi della giunta Marrazzo e i risultati raggiunti dopo 15 mesi di amministrazione si fa sempre più netta. È sempre più difficile confondere le acque sui numerosi progetti che mancano all’appello. Il settore nel quale la differenza balza agli occhi è quello delle politiche sanitarie.
Il j’accuse sul comparto assistenziale parte dal vicepresidente della commissione sanità del Senato, Cesare Cursi (An) che rimarca l’inconsistenza della politica di Piero Marrazzo. Visto che ci sta avvicinando alla discussione sull’assestamento di bilancio senza un programma che tenga conto dei tempi di realizzazione pratica dei progetti, Cursi fa notare che «sono ormai scaduti i termini per dare ai cittadini del Lazio quelle risposte concrete sulla sanità regionale e che facevano parte dei propositi del presidente Marrazzo. Sul piano di rientro del deficit non conosciamo né i contenuti né gli sviluppi, così sugli impegni di spesa per la ristrutturazione sanitaria e sul programma di riordino per i Centri di salute mentale, per citare a caso qualche argomento». Secondo il senatore di An sono ancora troppi i nodi da sciogliere in merito alle politiche assistenziali e, senza andare troppo lontano, alcuni, come le liste d’attesa ancora lunghe e folte di intoppi, rappresentano un forte handicap per tutto il comparto delle politiche sociali. «Siamo al decalogo dei quesiti irrisolti perché - spiega Cursi - sono mesi che ci si attende qualche risultato ma rileviamo invece solo una forte incapacità del presidente a prendere decisioni che producano risultati».
In verità fino a oggi gli unici risultati prodotti riguardano la volontà di razionalizzare il servizio sanitario regionale con l’imposizione di limitazioni sulla farmaceutica, specialistica e diagnostica, la fissazione di nuovi vincoli ai ricoveri ospedalieri e agli interventi chirurgici in day hospital nonché un nebuloso approccio alla sanità ambulatoriale che dovrebbe, secondo l’ex mezzobusto di Raitre, consentire un risparmio cospicuo di risorse. Risparmio sì ma, fino a ora semmai si fosse davvero riusciti a risparmiare, lo si sarebbe fatto sulla pelle dei cittadini. Infatti il cahier de doléances che sciorina il responsabile nazionale del settore Sanità di An segnala che mancano all’appello anche decisioni importanti per l’impiego di risorse finanziarie destinate al Lazio: «Non è un caso che i 102 milioni di euro per il Policlinico potrebbero andare persi se non verrà presentato un progetto di realizzo. Ci viene da chiedere se questo progetto manca per incapacità di Marrazzo o del direttore generale dell’ospedale Ubaldo Montaguti. Purtroppo però le domande che il ruolo istituzionale mi impone sono pure altre: vorremmo sapere quali sono i risultati che ha prodotto l’accordo siglato dall’assessorato alla Sanità con la Fimmg (sindacato dei medici di famiglia)».
Quesiti ancora insoluti assieme a quello che Cursi si tiene per ultimo: «Ci piacerebbe sapere, come cittadini del Lazio, quale sia l’opinione del presidente sul ticket partecipato da imporre ai ricoveri.

Un’opinione che pure la sinistra radicale dei Verdi, Prc e Pdci è tenuta a esprimere anche se ci potrebbero essere buone possibilità che non siano più del parere che abolire i ticket sia stata una scelta sensata».

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