«Non sarà uno di quelli che s’approfittano della credulità della gente?». Così la dottoressa Claudia Monari (interpretata da Claudia Pandolfi), psicoterapeuta che lavora per i servizi sociali, lancia la sfida a padre Gabriel (Claudio Gioè) il giovane teologo che si occupa di fenomeni paranormali e soprannaturali nella fiction Il tredicesimo apostolo, in onda da stasera su Canale 5. Per i più giovani è un incrocio - a mezza strada tra fiction e realtà - fra X-Files, ESP-Fenomeni paranormali e Mistero; per i più adulti è il ritorno italiano alla fiction sui fenomeni inspiegabili di cui negli anni Sessanta fu uno splendido esempio-pilota (ma allora si chiamava sceneggiato) Il segno del comando con Ugo Pagliai. Abbandonati i panni del mafioso (Totò Riina) o del magistrato (Antonio Ingroia in Paolo Borsellino) Gioè si butta in un ruolo rischioso e delicato da cui emerge con grande credibilità. Il suo obiettivo è la ricerca della verità, senza se e senza ma, al di là delle apparenze, dei cosiddetti miracoli, delle impressioni, delle pressioni ecclesiastiche, degli scontri con la scienza e soprattutto con la psicologa di turno molto più scettica e incline ad una spiegazione scientifica dei fatti su cui - da opposti versanti - sono chiamati a dare un giudizio. Attenzione, non è la solita coppia alle prese con le indagini di turno; qui non c’è thriller e non c’è poliziesco. Entrambi iniziano la loro «avventura» studiando due bambini, figli di poveri contadini, che durante la notte levitano nell’aria rimanendo sospesi a mezz’aria. In ogni episodio vedremo poi possessioni, fantasmi, strane presenze e fatti inspiegabili (la suora che in piena notte trova una ragazza trasfigurata e col volto pieno di sangue) mai troppo spettacolarizzati ma vissuti con piglio avvincente e quasi da studioso.
È un esperimento interessante questo prodotto da Pietro Valsecchi (originariamente avrebbe dovuto essere un film e poi è stato diviso in episodi) che batte strade affascinanti e poco toccate dalla nostra fiction (infatti Gioè sottolinea: «Non aspettatevi un prete alla Don Matteo»).
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