Cronache

"Eagle Roster", così il comando Nato in Italia interviene nelle crisi internazionali

Simulazione di un'operazione del Corpo d'armata di reazione rapida Nato in Italia. Scenario: missione di "peacekeeping" in un Paese parzialmente invaso. Impegnati 1.300 uomini. Il generale Giorgio Battisti: "Il Comando Nato di Solbiate è uno degli esempi più concreti che qualifica l'apporto delle Forze armate italiane ai dispositivi multinazionali"

"Eagle Roster", così il comando Nato in Italia interviene nelle crisi internazionali

Si chiama "Eagle Roster 3 2011" ed è in corso presso le aree di addestramento di Civitavecchia, Monte Romano e Bracciano, vicino a Roma. E' la terza fase di una esercitazione condotta dal Corpo d'armata di Reazione rapida della Nato in Italia, dislocato a Solbiate Olona, tra Varese e Milano, uno dei sette comandi Nato multinazionali presenti in diversi Paesi europei che hanno il compito di effettuare con rapidità interventi in aree di crisi, in base alle decisioni del Consiglio del Nord Atlantico.

Crisi internazionali Esercitazione importante e complessa proprio in relazione alla "capacità di prontezza di intervento" che negli anni si è reso necessario dispiegare in diverse parti del mondo, dall'Africa ai Balcani, dall'Irak all'Afghanistan, con missioni di peacekeeping nelle quali le Forze armate italiane hanno svolto e svolgono, nell'ambito Nato, un ruolo di primo piano.

Lo scenario di Eagle Roster 3 E' quello del dispiegamento rapido di uomini e mezzo simulando una situazione di crisi all'estero che rende necessario l'intervento di uomini e mezzi della Nato con una missione multinazionale. In particolare viene simulato un intervento per ristabilire la sovranità territoriale di un paese minacciato parzialmente invaso e per imporre il rispetto di una risoluzione dell'Onu. Il Nato Rapid Deployable Corps - Italy testa così gli uomini, la struttura, i mezzi e le procedure del comando sia sul versante della pianificazione delle operazioni sia su quello delle capacità combat e peacekeeping oltre all'efficienza e all'adeguatezza degli assetti operativi, della comunicazione e del sostegno logistico. Questo in base alla dottrina Nato dell'approccio "omnicomprensivo" alle situazioni di crisi internazionali. Che significa integrare unità di supporto logistico e operativo, forze speciali, unità per le comunicazioni sul campo (utilizzando la più moderne tecnologie), unità per la guerra elettronica, unità per la cooperazione civile-militare, organismi di coordinamento con i comandi navali e areonautici e soprattutto con specialisti in grado poter interagire in modo efficace con le realtà non militari sia durante la crisi che nella fase successiva, una volta terminata l'emergenza.

Comando Nato multinazionale Per la terza fase di Eagle Roster sono impegnati 1.300 uomini, 300 mezzi, 150 tende, 130 container, materiali ed equipaggiamenti da campo sotto la regia del comando di Solbiate Olona, che sono stati dispiegati utilizzando due navi, sei aerei, a cui si sono aggiunti i trasporti autostradali e ferroviari perché Solbiate si trova in una posizione strategia dal punto di vista dei collegamenti intermodali, vicino all'aeroporto di Malpensa, al porto di Genova e ai più importanti snodi autostradali e ferroviari. Comando Nato multinazionale, quello lombardo, costituito per il 70% di ufficiali e sottufficiali italiani e per il 30% da personale militare straniero con una forte integrazione (anche interforze) che ne fanno uno strumento operativo di pronto impiegato e di elevata flessibilità operativa in grado, se richiesto, di poter gestire fino a 60mila uomini.

Il generale Battisti "L'esercitazione è un banco di prova per confermare le capacità, già acquisite, del personale del Nrdc-Ita, di saper operare in modo integrato in un contesto multinazionale, interforze e sotto stress", spiega il generale di Corpo d'Armata Giorgio Battisti, alto ufficiale di grande esperienza in ambito Nato, che ha partecipato alle operazioni in Somalia nel 1993, in Bosnia nel 1997 e dal 28 dicembre 2001 al 9 maggio 2002 è stato il primo comandante del contingente italiano nella missione Isaf a Kabul, e poi dal 13 febbraio al 16 giugno 2003 ha comandato il nostro contingente sia per la missione Nibbio 1 (nell'ambito di Enduring Freedom), sia per quella Isaf sempre in Afghanistan. "Durante Eagle Roster 3 verranno affinate e migliorate le procedure operative e logistiche. Puntiamo a migliorare gli standard perché, non dimentichiamolo, il Comando Nato di Solbiate rappresenta una realtà moderna su cui l’Esercito, il Paese e la Nato possono fare pieno affidamento. E' uno degli esempi più concreti che qualifica l'apporto delle Forze armate italiane ai dispositivi multinazionali".

Intervento militare e sostegno alla popolazione "Negli anni l'Italia ha acquisito una consolidata capacità di cooperare con professionalità e credibilità alle missioni internazionali, in stretto collegamento con gli altri paesi dell'Alleanza, secondo i protocolli Nato. C'è lo stesso modo di ragionare e operare. Non dimentichiamo che in Afghanistan il comando Nato ha gestito forze di 40 Paesi. Ma soprattutto - aggiunge il generale Battisti - non dobbiamo dimenticare che quello militare è solo uno degli aspetti della gestione di una crisi. C'è quello diplomatico, quello della ricostruzione, quello del supporto alla popolazione". "Sono sempre più centrali e in questo l'impegno dell'Italia è costante - prosegue ancora il generale Battisti: penso alla tutela della popolazione, alla creazione di una cornice di sicurezza anche attraverso interventi a livello di scuola, sanità, giustizia, amministrazione. Sono fondamentali durante una crisi e sono la base che consente di gestire il dopo-crisi e le delicate fasi di transizione, per dare coesione alla riscostruzione del tessuto sociale. E ricordo anche l'importanza degli interventi che procurano un risultato immediato a chi ha bisogno di tutto perché ha perso tutto: ad esempio, in inverno, distribuire coperte, legno, candele, viveri, aiuti sanitari... Fondamentale anche la collaborazione con altri attori come le organizzazione internazionali, quelle non governative, i rappresentanti delle amministrazioni e del governo, quelli religiosi e delle comunità locali. Su questo terreno le Forze armate italiane hanno una esperienza consolidata e una capacità riconosciuta da tutti, e anche questo tipo di interventi sono al centro delle nostre esercitazioni e dei nostri obbiettivi per il successo delle operazioni di peacekeeping".


Nelle foto: l'area dell'esercitazione "Eagle 3 2011" fra Civitavecchia e Roma. Il generale di Corpo d'armata Giorgio Battisti (a sinistra) con il Capo di Stato maggiore dell'esercito Giuseppe Valotto (a destra)

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