Eccessivo clamore per un articolo mal scritto

Caro dottor Lussana, il clamore suscitato dall’articolo di Paolo Mieli anche nell’ambito giornalistico è incompresibile, perchè le sue convinzioni erano facilmante intuibili proprio dal suo silenzio. Egli è libero, ovviamente, di pensare e credere come meglio ritiene ma sarebbe il caso di consigliargli almeno di scrivere bene dato ch ha iniziato la carriera giovanissimo, è stato assistente di De Felice e ha diretto il Corriere nei tempi d’oro; ciò malgrado l’articolo suddetto è mal scritto, piatto e scialbo, e se quanto sopra non lo smentisse, potrebbe far pensare ad un giornalista alle prime armi.

Va già bene per tutti che Mieli abbia rispettato la lingua italiana, ma a parte i consigli e i suggerimenti di ammirazione per la sinistra -che nessuno gli ha chiesto perchè sappiamo ancora ragionare con il nostro cervello- il suo testo dà l’impressione, a chi è abituato a leggere anche oltre le righe, che egli abbia scritto contro voglia, con poca convinzione e quasi «a comando», il che non sarebbe da lui che sembra uno spirito libero ma che forse tale non è! Qualora intenda riproporre agli italiani i suoi editoriali di comune interesse, mi permetto consigliare al Dott. Mieli di scrivere con stile migliore, di buon livello più convinto e convincente perchè quanto abbiamo letto lascia a desiderare per forma, sostanza e contenuto, il che non è da lui anche per carica, fama e onori.

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