Nostro inviato a Bologna
«Se non ci fosse stata, questa vicenda dovevamo inventarla». Turiddo Campaini è presidente di Unicoop Firenze, la prima cooperativa di consumo in Italia, da 33 anni. E a lui lOpa di Unipol su Bnl non è mai andata giù. Ma ritiene che così si possa aprire un dibattito salutare. E non perché le coop non possano avere le banche, dice in una conferenza stampa convocata a Firenze. Una rarità per un personaggio di cui è difficile trovare una sola intervista.
La questione è la finanza «rossa», spiega: «Ho unaspirazione, cioè quella di vedere cessare lattribuzione della coloritura del movimento cooperativo. Chiamiamola finanza popolare, che è la finanza che il movimento può fare. Che potrà anche essere vicina alla politica, ma prima di tutto deve essere vicina ai milioni di soci che abbiamo e ai loro interessi, le loro esigenze». E questa non era la Unipol di Consorte. Dove si era insinuato «un virus che ora dobbiamo combattere con una terapia durto. Cercando il vaccino per tutti i virus dello stesso ceppo». Parole dure su Consorte, che il neopresidente di Unipol, Pierluigi Stefanini (che invece lOpa Unipol ha sempre appoggiato e appoggia tuttora), ha poi definito «sbagliate», e «una definizione eccessiva», quella di virus. Ma Campaini lo ha ribadito chiaramente: il virus è il pensiero unico, sul cui altare abbiamo pagato anche troppo. Il difetto dellOpa su Bnl è stato quello di non essere stata proposta al movimento cooperativo nella sua strategicità: «Se Unipol decide di comprare una banca, non basta deciderlo in un consiglio damministrazione. Andava convocata unassemblea nazionale delle coop». E questo non è avvenuto, ha deciso tutto Consorte, presidente di Unipol e di Finsoe, amministratore delegato di Unipol e di Finsoe. E alla fine «ha prevalso lorgoglio cooperativo - ammette Campaini - mentre è mancato un dibattito sulla reale strategia di Unipol». Ora «non faremo sconti: sullaltare del pensiero unico abbiamo già pagato anche troppo». Finanza popolare in alternativa alla grande finanza dei poteri forti? Forse anche questo, perché Campaini parla esplicitamente di cartelli: «Se abbiamo una compagnia di assicurazione o una banca, e con queste mandiamo a monte un cartello facciamo il bene del Paese».
E a Montezemolo, che dice alle coop di fare il loro mestiere, risponde: «Invito Montezemolo a venire a vedere una grande coop di consumo, i suoi dati imprenditoriali, e come sono coniugati con i valori, per potersi fare unidea e valutare se il movimento cooperativo possa o meno fare anche altro». E in questo sì, è daccordo con il suo rivale Stefanini, che a Montezemolo manda a dire: «Mi aspetterei più rispetto per una realtà cresciuta sul mercato con i suoi soci e i suoi lavoratori. O si parte da questi sono dati di fatto, o si hanno altre finalità».
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