Ecco il decalogo elettorale Pdl: «Quote rosa, giovani e fedeltà»

Arrivano le regole del Pdl per le candidature e nasce la scuola di politica. In cattedra i ministri della Cultura, Sandro Bondi, e dell’Istruzione, Mariastella Gelmini, che nei mesi di marzo e aprile faranno da professori ai giovani candidati. Tra le regole principali nella composizione delle liste spiccano le quote rosa e le quote giovani: le signore dovranno essere almeno il 25 o 30 per cento, gli under 35 almeno due e mai meno del 10 per cento.
I candidati dovranno essere «di provata rettitudine» e disporre di reddito proprio. L’obiettivo è evitare che si candidino persone intenzionate a vivere di politica, attraverso i gettoni e le indennità o con nomine nelle partecipate degli enti locali.
Tutti dovranno firmare «un impegno di lealtà al gruppo del Pdl, al sindaco o presidente di provincia. È richiesta un’autocertificazione della situazione personale, del reddito proprio e di eventuali carichi pendenti o iscrizioni nel certificato penale.
Il coordinatore regionale del Pdl, Mario Mantovani, e la sua vice, Viviana Beccalossi, hanno inviato una circolare ai coordinatori provinciali e comunali per illustrare «i criteri per la scelta» dei candidati, sia a sindaco o presidente di provincia che ai consigli comunali e provinciali che vanno al voto. I temi erano stati affrontati e discussi più volte durante le riunioni del coordinamento Pdl.
Sindaci. Le personalità che saranno scelte per diventare candidato sindaco o presidente di provincia sono dipinti con queste caratteristiche dal documento dei vertici Pdl: «Ampio consenso per riconosciute capacità e impegno profusi in ambito sociale, culturale, imprenditoriale, professionale, lavorativo o nel campo del volontariato; di buon livello culturale-dialettico; di provata rettitudine; meglio se con esperienza amministrativa; senza interessi professionali in potenziale conflitto con la pubblica amministrazione; che dispongano già di un reddito proprio».
Consigli. Simili le caratteristiche richieste ai candidati ai consigli comunali e provinciali: «che raccolgano consenso in ambito sociale, culturale, imprenditoriale, professionale, lavorativo, nel campo del volontariato e del mondo cattolico, nelle realtà locali; di livello culturale medio-alto; di provata rettitudine; senza interessi professionali in potenziale conflitto con la pubblica amministrazione; che dispongono di reddito proprio se in età lavorativa; prioritariamente espressione della militanza del Popolo della Libertà».
Liste. Sono previsti almeno due giovani di età inferiore ai 35 anni, di ambo i sessi, e comunque una quota non inferiore al 10 per cento del numero dei candidati in lista; almeno il 25-30% di candidate donne. Nel conteggio, precisa la direttiva, vale anche la candidatura di giovani donne.
Corso.

Per i giovani del Pdl candidati nei 232 comuni e nelle provincie che vanno al voto, Bondi e Gelmini faranno da professori di politica a marzo e aprile «al fine di offrire gli strumenti necessari per affrontare con la dovuta consapevolezza le responsabilità amministrative e politiche conseguenti. Al termine del corso verrà rilasciato un attestato di partecipazione».

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