Ecco la legge «svuota-carceri» ma senza sconti ai detenuti

PENE I condannati per i reati più gravi non potranno uscire di prigione

Roma L’ultimo anno di pena potrà essere scontato a casa, ma senza alcun automatismo: deciderà il magistrato di sorveglianza, caso per caso.
Cambia il disegno di legge «svuota carceri» del ministro della Giustizia, Angelino Alfano e il Pdl si ricompatta, superando le critiche della Lega e andando incontro alle obiezioni del centrosinistra. Applaude anche l’Anm.
Il provvedimento viene, infatti, modificato in Commissione Giustizia della Camera con tre emendamenti del governo, presentati dal sottosegretario alla Giustizia, Giacomo Caliendo. E viene stralciato l’articolo che prevedeva la sospensione del processo, con la «messa in prova» presso i servizi sociali, per gli imputati di reati minori, puniti con la pena pecuniaria o con pene detentive non superiori a tre anni. Avviene quasi all’unanimità, con il solo voto contrario della radicale eletta nel Pd Rita Bernardini, in sciopero della fame proprio per protesta contro il sovraffollamento delle carceri.
«Si sta trovando un ottimo punto di intesa - dice il Guardasigilli, Angelino Alfano - e credo che in Commissione si potrà andare oltre alla stessa coalizione di governo».
È soddisfatto anche il ministro leghista dell’Interno, che aveva duramente criticato il ddl, dicendo che poteva essere «peggio di un’amnistia». Ma adesso, Roberto Maroni vuole di più: «Si è migliorato molto il provvedimento e sono state accolte molte richieste che avevo fatto. Spero che continui ad essere migliorato prima della sua approvazione definitiva».
La Lega, infatti, contesta il fatto che la possibilità di scontare l’ultimo anno ai domiciliari sia permanente. E tra le ipotesi di nuove modifiche ci sarebbe quella di prevedere solo una misura «a tempo», valida fino al 31 dicembre del 2012.
Il governo avrebbe così il tempo di realizzare la costruzione di nuovi edifici e padiglioni per 21.479 posti, di cui 11.500 entro la fine del 2011. Il ddl, spiega Caliendo, «avrà un effetto ridotto, ma va letto in relazione al Piano carceri».
Naturalmente, ognuno vuol prendersi il merito di questo miglioramento. Il Pd sottolinea che sono state recepite le sue osservazioni e, dice Donatella Ferranti, è stato fatto «un passo in avanti». Antonio Di Pietro, precisa che è stato accolto l’emendamento dell’Idv per far decidere al magistrato sulla pena domiciliare: «Così, è una soluzione più corretta». Anche le toghe dell’Anm apprezzano le modifiche inserite dal governo nel ddl.
Ma vediamo quali sono. Sulla base di una relazione sulla condotta del detenuto presentata dal’istituto penitenziario, il magistrato deciderà se concedere la detenzione a casa. Nella valutazione peserà anche l’idoneità del domicilio dell’imputato.
Tra le cause che escludono il beneficio c’è «la concreta possibilità che il condannato possa darsi alla fuga» e la presenza di «motivate ragioni per ritenere che possa commettere altri delitti».
Per i tossicodipendenti che seguono un programma di recupero l’ultimo anno di pena potrà essere passato presso una comunità pubblica o privata. Gli immigrati non potranno scontare nei Cie (Centri identificazione ed espulsione) l’ultimo anno di pena. I condannati per reati più gravi come terrorismo, criminalità organizzata, prostituzione minorile, violenza sessuale, omicidio e i detenuti sottoposti al 41bis non potranno uscire dal carcere. Se una volta tornato a casa, il detenuto si allontana dal domicilio, tornerà in carcere con un aumento di pena che può arrivare a tre anni.
Il governo prevede anche l’adeguamento dell’organico del corpo di polizia penitenziaria, per far fronte all’emergenza nelle carceri, che si acuirà con l’arrivo dell’estate. Oggi, infatti, ci sono 67.580 detenuti, mentre la capienza regolamentare è di 44.218 posti e il limite tollerabile di 66.905.

Questo tetto è stato superato in 12 regioni, dove è allarme rosso. Maroni firmerà un decreto, entro il 30 giugno, per abbreviare i corsi di formazione iniziale degli agenti penitenziari e migliorare l’efficienza del corpo.

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